Libri. “Restituzione” di Ilaria Palomba: un viaggio per attraversare il dolore e andare oltre se stessi 

Una sala gremita a Roma presso la libreria “La Feltrinelli Libri e Musica” di Largo Argentina per la presentazione di “Restituzione”: la nuova silloge poetica di Ilaria Palomba edita da Interno Libri. Un’accoglienza meritata per un’autrice che in pochi anni ha saputo conquistarsi un posto d’onore nel firmamento della poesia italiana e non solo, attirando l’attenzione degli appassionati e degli addetti ai lavori. 

Precede l’evento, a cura di Olivia Cinnamon Balzar, la proiezione del cortometraggio di Iolanda La Carruba che mostra l’autrice a contatto con la natura e con la sua spiritualità, al fine di esplicitare il significato più profondo di “Restituzione”. Apre la conferenza stampa, Marco Colletti, poeta e critico che afferma: «Palomba ha la postura intellettuale di una donna medievale: è una monaca estatica che tesse arazzi di senso, al fine di liberarsi e liberare chi legge dal proprio castello interiore».

Parole estatiche che intendono ribadire “la grande maestosità e maturità espressiva” dell’autrice che conia neologismi come: “scombuiare”, “corpo labente”, attingendo dal latino e dal greco, per creare «un ritmo polifonico, barocco e destrutturato ». Chiarisce Colletti che «lo scopo della missione poetica è, pertanto, quello di attraversare la conoscenza, senza svelarla», così come avviene nei versi di Palomba che compie «un’incessante ricerca verso infinti spazi di senso».

Una poesia che «aspira all’uno» e che costituisce un viaggio all’interno della coscienza.

Per la scrittrice e psicoterapeuta Anna Segre, fondamentali sono, invece, i nessi psichici che riecheggiano nei versi di Ilaria Palomba. Un inconscio che emerge nei riferimenti anaforici a – “buio” , “cecità”, “sordità”, “sparizione”, “rinuncia”, “precipizio”, “assenza” e “mancanza” –  e si collega a un rapporto tumultuoso con la figura materna. «Il vero risiede nel buio – afferma Segre – Ma solo “chi attraversa la notte, possiede il giorno” citando la stessa Palomba». Versi che, per Segre, sono « veri e propri cocktail poetici: sinestesici, ipnotici e ritmati». 

La parola passa poi a Lisa Di Giovanni, poetessa e giornalista che pone l’accento sul valore letterario del poema. «Ci sono libri che non chiedono di essere letti, ma di essere attraversati, “Restituzione” è uno di questi, un viaggio che porta il lettore fino al limite più remoto dell’esperienza umana, là dove il dolore si fa voce, immagine, liturgia e infine metamorfosi: un’opera che si offre come rito, immersione, corpo vivo che respira, sanguina e si riscopre attraverso le parole».

Versi di grande musicalità in grado di lenire il dolore, vivendolo e trascendendolo, come spiega la stessa autrice. «Nella sezione mistica c’è una vera e propria resa e accettazione: per me, la guarigione è uscire dalla prospettiva soggettiva a favore dell’impersonale» . E aggiunge: «Restituzione è un percorso che va dalla discesa nell’inconscio, agli spettri, a un osservare ciò che è rimasto dei resti, dei fantasmi, qualcosa che non è più il sé, verso un viaggio verso l’impersonale secondo Simone Weil». Una concezione ispirata alla visione della filosofa francese che considerava “l’impersonale come una via per superare l’individualismo, trascendendo l’individuo”. Un poema in versi che catarticamente libera dal dolore e dallo spettro del sé.

“Restituzione”

di Ilaria Palomba

Edito da Interno Libri

Prefazione: Gianpaolo G. Mastropasqua

Postfazione: Silvio Raffo

Collana: Interno Versi

ISBN: 9791280138637

Data di pubblicazione: 21 novembre 2025

Pagine: 124

Formato: 13×19 cm

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