Due racconti nei quali il grande scrittore disserta sul senso dell’arte e sulla fama del presunto artista che non sempre corrisponde al valore reale
Parigi, 1612. Il maestro Frenhofer e l’allievo Poussin, nello studio del pittore Porbus, si confrontano sul concetto della perfezione figurativa. Frenhofer, il più anziano ed esigente, impartisce una lezione magistrale sulle trasformazioni della pittura che, cercando di svelare la realtà, annuncia nuove correnti. Inseguendo la perfezione che ricrea l’anima viva dei soggetti e non una loro copia su tela, Frenhofer si è isolato dal mondo e da più di dieci anni lavora a un’opera che sia insuperabile. Porbus e il giovane Poussin, accompagnati dalla bellissima fidanzata di quest’ultimo, si recano allo studio del maestro per ammirare il Capolavoro Sconosciuto, dal quale sperano di apprendere il segreto della creazione artistica. Il maestro è restio a mostrarlo come un innamorato geloso e si convince solo in cambio di poter ritrarre la stupenda ragazza che accompagna il discepolo: non per trasporto sessuale, ma per dimostrare che il suo lavoro non è da meno della bellezza naturale. Quando Frenhofer svelerà il suo quadro, questi si palesa un groviglio di colori e forme che suscita nei suoi osservatori uno sgomento che porta Frenhofer alla consapevolezza del suo delirio. Con “Il capolavoro sconosciuto” Balzac vuole dirci che la ricerca della perfezione può condurre all’individualismo e all’incomunicabilità: il contrario di quel bene universale che è l’essenza stessa dell’arte. Il racconto è un mito letterario sul quale hanno meditato da Cezanne a Picasso, da Henry James a Rilke, da Croce a Calvino. Alcuni l’hanno visto quale testo profetico dell’astrattismo. Honoré de Balzac ci offre in definitiva ciò che intende per arte: lo strumento più elevato di comunicazione umana, capace di esprimere bellezza e suscitare emozioni.
“Pierre Grassou “fu scritto nel 1839 ed è ambientato nella Parigi di quel periodo. Grassou è un mediocre pittore, che riesce a vivere del suo mestiere grazie al fatto che un mercante gli comanda copie dei gran maestri. Arrivato all’acclamazione del pubblico per un unico soggetto fortunato, Grassou è cosciente della propria inadeguatezza. Sposa la figlia di un borghese molto ricco e suo suocero gli mostra la propria pinacoteca con i quadri dei pittori più famosi, quali Rembrandt e Rubens. Grassou scopre allora che si tratta di copie fatte da lui e spacciate per autentiche dallo spregiudicato mercante. Poiché Grassou è un uomo onesto, confessa la verità al suocero, che non si scompone e si convince ancor più della sua grandezza. In questo secondo racconto Balzac mette in luce come la fama di una persona non corrisponda alle sue reali capacità e come solo il tempo renda, qualche volta, a ciascuno il suo valore reale.
Honoré de Balzac
Il capolavoro sconosciuto
Pierre Grassou
A cura di Davide Monda
Testo francese a fronte
BUR classici moderni
Euro 10