Quando capisci che l’intero sistema è facilmente controllato, in un modo o nell’altro, da una ristrettissima élite, non avrai bisogno che qualcuno ti spieghi come nascono i periodi di inflazione e deflazione. James A. Garfield, ventesimo presidente degli Stati Uniti d’America
ROMA – Parola di C. Alessandro Mauceri, accorto autore di Moneta mortale, libro-inchiesta antibanca su uno degli aspetti più adombrati del regime di mondialismo affaristico in cui, volenti o nolenti, viviamo, compriamo, spendiamo e gestiamo ricchezza. Più o meno consapevolmente, più o meno deterministicamente. Almeno in apparenza. Perché, se è vero che la Storia conosciuta ai più è frutto del volere dei vincitori, è altrettanto evidente che chi controlla il denaro coi tassi d’interesse controlla anche l’economia di un Paese e, quindi, la vita dei suoi cittadini. Nessuno escluso.
Dunque, siamo tutti preda prediletta di reggitori occulti senza volto? In parte, sì. È questa la tesi abbracciata, sviluppata e argomentata dallo scrittore siciliano che, sbaragliando tutti, svela i nomi di chi governa indirettamente le nostre vite: non di rappresentanti democraticamente eletti, ma di grandi colossi finanziari internazionali. Uno scenario d’intrighi e macchinazioni, fra l’altro reso possibile col favore di chi dovrebbe amministrare la res publica per il bene della collettività. Naturalmente.
Un fil rouge che accomuna gli ultimi duemiladuecento anni di storia dell’umanità. Dagli antichi Egizi alla dinastia cinese Qing, dagli imperatori romani ai re normanni, dagli Sforza di Milano ai Medici di Firenze, dalla presidenza americana alla reggenza svedese, dalla grandeur francese alla monarchia sabauda, dall’assolutismo zarista all’egemonia nazista, dai politici post-Ventennio alla Libia pre-guerra civile, dal Vaticano al Burkina Faso: il numero degli uomini assassinati – in circostanze non del tutto chiare – per la volontà di rivoluzionare la gestione della cosa pubblica, non è precisabile con certezza matematica. Troppe le coincidenze, molte le congiure di palazzo, altrettanti i complotti, eccessive le connivenze, persino con la criminalità organizzata.
Il colpevole? Il Gotha dell’alta finanza. Il movente? La necessità – propria delle banche private – di riassumere il controllo dell’emissione di moneta, potere verosimilmente minacciato dall’ente preposto a questo compito: lo Stato.
Ma a quale scopo? Mauceri lo rivela a poco a poco in un crescendo d’incredulità, rendendo nota la natura perversa di uno dei meccanismi più corrotti del nostro tempo e di quello passato.
E quando il mondo del Dio Denaro si palesa a suon d’omicidi e (presunti) suicidi illustri, occorre il risveglio della coscienza per combattere il sonno della ragione. Ma, soprattutto, quello della disinformazione.
E Mauceri, dal suo canto, fornisce tutti gli strumenti utili per aiutare i lettori a scovare, dietro a schermaglie di sedicente “casualità”, un’innegabile “causalità”. Di mezzi, di procedure, di schemi operativi, di nomi e cognomi.
Con la sicurezza dello storico e il fiuto del giornalista. Fuori da ogni ipocrisia e lontano dal sapere precotto dei libri di scuola. Con agilità di pensiero, scorrevolezza d’espressione e grande avvedutezza di riflessione. Tanto da chiedersi: quis custodiet ipsos custodes?
C. Alessandro Mauceri
Moneta mortale. Banchieri, valute e omicidi illustri
Edizioni Tabula Fati (2016)
176 pp., 14,00 euro