«La mia unica vita, la mia vita unica» è una psico-biografia incentrata sulla straordinaria vita di Cristina Pisanu.
Un’hair stylist di Thiesi, sottoposta, quattro anni fa, all’amputazione di braccia e gambe a causa di un’infezione e costretta a una lunga degenza in ospedale, in lotta tra la vita e la morte. Un’esperienza a forte impatto emotivo, che ha coinvolto anche l’amica Valeria Sassu, di professione psicologa, che ha deciso di curare questo volume, scritto insieme alla protagonista, affinché fosse di esempio a chiunque vivesse una situazione di profondo sconvolgimento fisico ed emotivo. Ne parliamo con entrambe le autrici.
Quella di Cristina è una storia di straordinaria resilienza, a chi delle due è venuta l’idea di farla diventare un libro?
Cristina: «L’idea è partita da me, perché sentivo l’urgenza di mettere nero su bianco la drammatica esperienza che stavo vivendo. Iniziai sin da subito, a immaginare di poter raccontare il mio calvario: lo realizzai quando ero in terapia intensiva all’ospedale “Marino” di Cagliari. Li ebbi delle visioni e dei sogni emotivamente forti che tracciarono la strada per questa possibilità e iniziai a chiedere a mia figlia di annotare alcuni passaggi che avrebbero potuto essere utili per la nascita di un libro. Quando rientrai a casa, iniziai a chiedermi chi avrebbe potuto aiutarmi nella stesura del libro e mi venne in mente Valeria: mia cliente e amica, che essendo psicologa e insegnante, ritenni potesse essere la persona giusta».
Com’è nato, dunque, questo vostro sodalizio letterario?
Valeria: « È stato tutto molto spontaneo e naturale. Cristina mi ha fatto questa richiesta, a bruciapelo, mentre ero nel suo salone: la cosa mi spiazzo e lusingò al contempo. Ero al corrente che scrivere la sua storia non sarebbe stato facile e che avrei condiviso con lei i momenti drammatici vissuti. Mi sentivo comunque pronta in quel momento e accettai questo lavoro altamente coinvolgente sul piano emozionale e psicologico.
A che tipologia di lettore si rivolge il libro?
Valeria: « Potrei definire questa psicobiografia un libro di “autoaiuto”, dove la volontà e il coraggio di rinascere diventano più rilevanti della disgrazia subita. La storia di Cristina è archetipicamente quella di ciascuno di noi che, davanti all’inaspettata tragedia scopre che si può reagire con resilienza emotiva e lucidità cognitiva. La lettura è per tutti perché chiunque può ritrovare il proprio “dramma personale” e cercare nella lettura il modo migliore per affrontarlo».
Nel testo, si cita l’associazione Asteroidea, nata per aiutare i disabili: in che modo?
Cristina: «Asteroidea – il cui nome si riferisce alla dicitura scientifica di “stella marina”, un organismo marino dal potere autorigenerativo – è un organizzazione di beneficienza fondata per me, dai miei amici e parenti più cari dopo l’incidente. Grazie all’associazione, si sono potuti organizzare degli eventi di grande pregio ed eco mediatica, che sono stati utilissimi per sostenermi sia moralmente che economicamente. Non smetterò mai di ringraziare la vita per avermi circondato di persone così care ed amorevoli».
Come vi descrivereste in una parola?
Valeria: «Dalla mentalità eclettica».
Cristina: «Mi piace questa parola e vorrei definirmi anch’io allo stesso modo».
Avete in programma un altro progetto culturale ?
Valeria e Cristina: «Stiamo lavorando a più di un progetto: i tempi saranno lunghi per via degli impegni di entrambe, ma siamo molto motivate a portare avanti e sviluppare questo pensiero comune e il messaggio di speranza e coraggio espresso nel libro»