“Il Maestro e Margherita”. Sapere e amore. Recensione

ROMA – Il romanzo di Michail Bulgakov  immette il lettore in una situazione paradossale. E’ un incontro, uno sconto, tra due mondi, apparentemente sconnessi, che non possono coesistere. La Russia, più precisamente Mosca, del 1929 si va ad intrecciare con la vicenda di Ponzio Pilato ed il processo di Yeshua. Questo unirsi di spazio e tempi, tanto diversi e lontani tra di loro, non è però lasciato al caos.

 A tenere le redini in mano c’è Woland, chiaro richiamo al Faust di Gothe. Egli proviene da una dimensione terza. Woland e la sua etereogena corte magica si muovono sullo sfondo di una città sonnolenta. Il loro passaggio lascia una scia di magia ed ilarità unica, che dovrebbe risvegliare gli animi della popolazione, ormai abituata ad una perenne letargia. Woland però non è il protagonista dell’ opera, nè il suo salvatore. 

Il vero protagonista è il sapere, in tutta le sue forme ed accezioni. Il Maestro scrive il racconto di Pilato perchè sa. Margherita viene scelta, dalle forze soprannaturali, come degna compagna del Maestro, perchè sa amare. Centoquaranta personaggi caratterizzano il romanzo, donandogli una dinamica coralità, che può essere definita unica.

 

Autore: Michail Bulgakov

Titolo: Il Maestro e Margherita

Casa editrice: Feltrinelli

Traduttore: Vera Dridso

Costo: 8,50 euro

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