Musica. Intervista con i Cirque de Reves: “Ci seguono dai 14 ai 65 anni”

ROMA – I Cirque Des RevesLisa Starnini (voce), Giovanni Ilardo (chitarre), Giovanni Bruno (pianoforte), Corrado Calignano (basso), Alfredo “edo”Notarloberti (violino) e Alessio Sica (batteria, percussioni e glockenspiel), nascono nel 2013 ma, per la bravura e cura,  potreste ritenerli una band con una storia più lunga.

Sono un piccolo capolavoro tutto “made in Italy”, e cantano in varie lingue (italiano, inglese, francese). Hanno ricevuto consigli e collaborazione artistica da David Richards, co-produttore di fama internazionale (Queen, David Bowie,Iggy Pop). Il loro stile mescola vari generi tra cui il pop, il rock, la tradizione folk rock nordica. Li ha intervistati per Dazebaonews.it Valentina Marchetti

 

D. Quale è stata la “scintilla” che vi ha portato a formare  i Cirque des Reves?

CDR: È stata la cosa più naturale e meno programmata che mi sia mai capitata. Suonavamo tutti nello stesso studio di Napoli con progetti diversi ma in pausa caffé ci ritrovavamo spesso a scherzare davanti al distributore. Una sera ho chiesto agli altri cosa ne pensassero dell’idea di riunirci sotto uno stesso tendone con l’unico limite di non avere limiti. Abbiamo iniziato un po’ per gioco e oggi posso dire che i Cirque des Rêves siano tutta la mia Musica.

 

D. Quali sono state le vostre influenze musicali?

CDR: Tutte! Sembra una battuta ma è la verità. All’interno del gruppo non c’è nemmeno un componente con lo stesso background musicale di uno qualsiasi degli altri. Normalmente ci si riunisce perché si ama uno stesso genere, noi l’abbiamo fatto per mescolarli tutti. Ascoltiamo rock, britpop, folk, jazz, classica, metal, pop, indie, soul, blues… non ci facciamo mancare quasi niente.

 

D. Parlatemi del vostro Ep, come è nato?

CDR: È nato dopo due mesi dalla prima prova insieme. Forse quest’idea di non porci limiti ha permesso una stesura più naturale e veloce degli arrangiamenti o forse è semplicemente la magia della giusta alchimia di anime. Max Gelsi ha sposato subito l’idea di guidarci nella produzione artistica, David Richards ci ha regalato tanti preziosi consigli e molti altri ci hanno supportato e onorato di farne parte: Riccardo Galardini e Silvia Smaniotto in primis. 

 

D. La scelta delle tre lingue in cui cantate, inglese, francese, italiano, come è stata accolti dal pubblico europeo?

CDR: Con curiosità e interesse, come dal pubblico italiano del resto. È un EP che abbraccia tante culture musicali e tante lingue, questo permette forse a ogni ascoltatore di riconoscersi un po’ in quello che facciamo. Ci seguono dai 14 ai 65 anni, in Italia, Grecia, Turchia, Messico, Francia, Germania e tanti altri paesi e questa è la più bella dimostrazione che la Musica è una sola ed è in grado di unire anche quando razionalmente sembra ci sia troppa differenza.   

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