Renzi vs Civati. Essere (di sinistra e rischiare di perdere) o non essere (e vincere)?

Sui giornali spopola il Renzi sì, Renzi no, per la candidatura a segretario del Pd. Intanto Pippo Civati è lì. Candidato da mesi, che gira per l’Italia, tra teatri e incontri con la base. E’ lui, secondo un sondaggio dell’Espresso, il segretario perfetto per i milatanti di partito.

Due stelle nascenti della politica nostrana. Matteo amato anche dalla destra sarebbe capace di svuotare la casa di Berlusconi e far prendere il volo ad un partito, il Pd, che non sa più che pesci prendere. In che acque stare. Pippo invece ha un solo difetto. Pensa di sapere che pesci prendere, in che acque stare. E’ di sinistra. Per questo possibile perdente.
Sono tutti e due del 1975, Matteo di gennaio, Pippo di agosto. Il primo, fiorentino, si è laureato in Giurisprudenza, il secondo, lombardo, in Filosofia.
Tonino mi guarda negli occhi.
“A piddì, hai voluto la bicicletta e mò pedali. Sti due c’hanno quasi l’età tua. Dimme te chi è mejo, no?”
“Tonino, non lo so. Parliamo di politica, non di giochi del computer. Forse tu hai più esperienza…”
“Chi te rappresenta mejo come giovine?”
“Ma che ne so. Anche io sono laureato. Ma sono in cassa integrazione”.
“In che te sei laureato?”
“In Lettere”.
“Ber cojone!”
“Ma che significa? Anche Pippo ha fatto un percorso universitario per le vie umanistiche…”
“Faceva er ricercatore, Civati, eh? Ma scusa, allora nun te dovresti rivedé de più in Matteo? Frequenta Amici, posa per le riveste di gossip, ha partecipato da ragazzino a La Ruota della fortuna. E poi lui lavorava…”
“Sì, ma nell’azienda di famiglia, la CHIL…”
“Te sto a prende per culo, piddì. Questi sò comunque n’artra storia rispetto a noi poveri comuni mortali. Però c’è da dillo, c’hanno stoffa. Sò cazzuti. Renzi è come Sirvio, ma più umano. Come dicheno in televisione? Parla alla pancia della gente. Nun se sa bene che je dice, ma la rincojonisce. Se la conquista. Poi è furbo, determinato. E’ l’erede der Caimano, ovviamente più pulito. Sarà dura tojeselo dai cojoni. Mò lo vedi giovane, ma questo se lo accolleranno pure i fij dei tuoi fij”.
Mi immagino mio nipote che prende dieci euro per andare a manifestare in favore di Matteo, nel 2038. Scende dal pullman ed inizia a cantare: “Meno male che Renzi c’è”. Brividi.
“E Civati, Tonino?”
“Civati è un Bersani più intelligente. Più svejo. Più trasparente. Se vede che ha fatto la gavetta. Da militante, quasi come te. Eh! Eh! Pippo era ‘n prodigio quanno bazzicava sur suo territitorio, pijava un sacco de voti e mò è cresciuto. Dicheno che c’ha ‘n blog che fa invidia a Beppe Grillo! E’ l’unico che n’è uscito pulito dall’elezione der presidente della Repubblica. Nun ha manco votato la fiducia a Letta. Solo che quelli come lui c’hanno vita breve!”
Questi due sono il futuro. E il futuro vuole che si cambi. Che si scelga tra una sinistra un po’ grillina e una socialdemocrazia un po’ Billionaire.
Tonino mi responsabilizza.
“Ce sò tre strade. Una è quella de fa rimané tutto così. E me ce scommetto le palle, c’è chi ce lavora giorno e notte pé falla prevalé. Le artre due sò queste. E vuoi o nun vuoi dipendono da voi giovani. C’hanno a che fa co’ la storia de ‘sto partito. Annà co’ Renzi significa ammette’ che nun c’ha più senso portasse dietro tutta ‘sta burocrazia. Che le ideologie se ne sò belle che ite ar cesso. Che ce vole n’amministratore de condominio. Trasparente, intuitivo. Cor sorriso a trentadue denti. Che se ricorda, a ‘na certa, de dové tene’ conto de’n popolo, ma che deve pe’ forza strizzà l’occhio, e no le palle, all’industriali. E’ na scelta che ‘n po’ ce slega, ‘n po’ ce smaschera, ‘n po’ c’ammazza. Ma de sicuro è na scelta che ce pò porta al governo. Sceje Civati, invece è ‘na scerta politica. Ma voi giovanotti, ortre ad annà dove ve porta la televisione, ce l’avete ancora le palle pe’ fa’ scerte politiche? E lui ce la fa a mettese sulle spalle er peso de ‘na virata a sinistra? Perché nun po’ mica fa la fine de Bersani? Qua se tratta de svortà decisi, de ripulì er partito. D’aprì a Vendola, ai grillini, e soprattutto de ridefinì n’identità piddina, guardandola dar basso. E’ figo, eh? Ma manco er Mago Silvan ce la farebbe! Mò parlamose chiaro, io sò ‘n vecchio rincojonito, nun c’ho niente da perde. Sò pe’ Civati. Magari ce cascheno! Ma te e l’amici tua sete disposti a sta all’opposizione. A continuà a prende schiaffi. A fasse er culo a manifestà, senza avecce spazio sui giornali. Perché è bello sentì dì che ce stanno giovani der Pd che sò contro er governo Letta. Che sò contro le corenti. Ma poi se se ritrovano davanti uno come Renzi e uno come Civati, la vedono la differenza?”
Politica estera, lotta all’evasione, redistribuzione del reddito, rilancio della cultura, il lavoro. Ma cosa cazzo sono questi temi senza delle risposte? C’è aria di un futuro per il Pd. Miracoli solo italiani! Storie di resurrezioni inattese. Ma il Pd cosa è? Se fosse più un contenitore pieno sarebbe di sinistra. I piddini, gli irriducibili di circoli e sezioni, vogliono Pippo. Se invece il Pd si scoprisse più un contenitore vuoto sarebbe il palco ideale per Matteo Renzi. Solo lui è capace di portare nuova gente (di destra) nella casa di chi era di sinistra.
Non è un caso che le regole per l’elezione del segretario potrebbero essere cambiate, che Matteo non ha ancora ufficializzato la sua candidatura, che la dirigenza e la stampa stiano trascurando Pippo. Che Barca e Vendola attendano sul da farsi. Che Berlusconi e Letta fingano di non sapere che sotto sotto qualcosa si muove.
Ho finito la mia birra. Verso il lambrusco nel bicchiere di Tonino. Mi alzo, vado al bancone. Prendo un bicchiere pulito.
“Tonino, voglio bere del rosso anch’io. Posso?”
Il vecchio è contento. Mi verso del lambrusco.
“Hai ragione tu. Dipende tutto da noi”.
Forse la birra è diventata renziana, il lambrusco civatiano. Forse non avrò il coraggio per seguire Tonino, fino al congresso. Forse riprenderò a bere birra. Ma almeno ora. D’estate. Stasera. Io sto con Tonino. Che sta con Pippo. Che sta nel Pd. Che resta a sinistra.
Domani vedrò se…
Essere o non essere… (E se questo è il problema). Se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli…

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