Eurobond. Sos Europa, ma Berlino non ci sta

ROMA – Tiene ancora banco la proposta di rafforzamento della European Financial Stability Facility, il fondo nato per soccorrere i paesi dell’Eurozona in difficolta’ finanziarie, e la proposta di emissione di eurobond.

A riproporre l’argomento, dopo la riunione dei paesi virtuosi dell’area euro tenutasi l’altro ieri, ci ha pensato il presidente dell’Abi e di Banca Mps, Giuseppe Mussari.
Mussari ha dichiarato che tale rafforzamento “sarebbe utile perche’ scoraggerebbe la speculazione sui titoli di Stato dei paesi piu’ esposti dell’area della moneta unica.”
“Tutto cio’ che viene per stabilizzare, per rendere le cose piu’ tranquille, ben venga. Quando inizio’ la crisi, il Governo varo’ una serie di misure e disse: ‘Noi le variamo non perche’ siano oggi necessarie, ma perche’ il fatto stesso di averle varate scoraggia chi vorrebbe speculare’. Il tema e’ questo”.

Il tema è però stato affossato ieri dalla convocazione da parte del ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schauble, che ha fatto ricorso ad un innovativo, e sotto certi aspetti preoccupante, strumento convocando una riunione ristretta ai soli paesi dell’area Euro che ancora godono di un rating tripla A.
Sono infatti Germania, Francia, Olanda, Austria, Finlandia e Lussemburgo i paesi che perderebbero di più dalla emissione dei bond, visto che, assorbendo anche la situazione e la valutazione finanziaria dei paesi più deboli, sarebbero costretti a pagare un tasso d’interesse superiore.
L’Italia, intanto, che di questi paesi più deboli fa parte a pieno titolo, continua a opporsi alla proposta, prospettata inizialmente di introdurre misure di rafforzamento del Patto di stabilità. Misure che introdurrebbero automatismi per il rientro dei debiti pubblici eccessivi attraverso la diminuzione di un ventesimo all’anno per la parte eccedente il 60% del debito pubblico rispetto al Pil.
Sarà saggezza o follia?

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