Mps. L’assemblea dei soci fra le proteste di sindacati e piccoli azionisti modifica lo Statuto

SIENA – Dopo la rottura tra Dircredito – Fabi – Fiba/Cisl – Fisac-CGIL – UGL – Uilca/Uil e il Monte Paschi di Siena, sulle esternalizzazioni del back office e sul contratto aziendale, un’altra doccia  arriva sui sindacati.

L’assemblea dei soci Mps , tenutasi presso l’auditorium senese dell’Istituto di credito, ha dato voto favorevole all’aumento di capitale da un miliardo di euro, che prevede l’arrivo di nuovi soci. Non solo. Con il 99,15 % dei voti favorevoli si è dato l’avvio alle modifiche dello statuto della Banca.
A nulla sono servite le proteste che si sono susseguite nei giorni immediatamente precedenti l’assemblea, i, i fischi, uniti ai cartelli che hanno accompagnato molti dei presenti nei locali dell’auditorium.

La Fondazione privata di ogni controllo sull’Istituto di credito
Nel mirino delle proteste, da  parte dei piccoli azionisti e sindacalisti, il Presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini. A lui è stato rimproverato di aver contribuito alla distruzione di valore della Banca, e di avere privato la Fondazione, ovvero i cittadini senesi, di qualsiasi controllo sull’istituto di credito. Un furto vero e proprio, sostengono, che darebbe carta bianca al Presidente Profumo e all’ ad Viola di ricapitalizzare e cedere ad altri azioni per un miliardo.
A nulla sono valse le sette ore di interventi che si sono susseguiti tra l’amarezza del socio che ha sostenuto: “ La Banca ha dato tanto al territorio e allora penso ad un fondo di sottoscrizioni per trovare questo miliardo di euro”, al folclore di un altro: “ Caro Monte da piccolo azionista ti scrivo, sperando di trovarti ancora vivo…” fino ad arrivare ad un piccolo azionista, dipendente in pensione, che ha sfogato il suo rancore contro Mancini: “ non avrò pace finché il suo nome e quello di Mussari non verranno definitivamente legati alla rovina della Banca”. Poco dopo concluderà dicendo: “ Da padroni a servi della banca, ecco che fine hanno fatto i senesi, il disastro è compiuto”.

 I sindacati parlano di “disgusto” per il voto dell’assemblea
Dura, durissima anche la posizione dei sindacati. A poche ore dal termine dell’assemblea,  attraverso un comunicato congiunto, hanno esternato il loro disappunto : “il voto espresso dall’azionista di riferimento, in quanto precedentemente annunciato, ci ha disgustato, oltre all’inconsistenza delle motivazioni con cui di fatto abdica e sottopone l’intera comunità senese al giogo del CdA, la sua supponenza con cui si prende gioco dei presenti all’assemblea, di tutti gli azionisti, degli enti nominanti e di tutta la città.”
Tra le accuse mosse dai sindacati a Mancini anche il tentativo di  “delegittimare chi non la pensa come lui”, in particolare, per aver tacciato le Organizzazioni Sindacali “ di incoerenza per aver denunciato prima ingerenze da parte della Fondazione nei confronti del management della banca, ed ora di silenzio e sottomissione.”

“ Scelte scellerate” per i lavoratori e la comunità senese
Scelta “scellerata”, affermano, sia per i lavoratori della banca sia per tutta la comunità senese. “Mancini e la Deputazione Amministratrice, tacendo o intervenendo a secondo della convenienza, non stanno facendo ciò per cui sono stati nominati: difendere l’autonomia della banca, e sostenere il territorio.” Inoltre, concludono: “ i lavoratori della banca non hanno bisogno di generiche dichiarazioni di solidarietà e pacche sulle spalle, ma di una chiara e netta presa di posizione nei confronti delle politiche aziendali, e soprattutto dovrebbero identificare chiaramente gli ambiti di intervento (esternalizzazioni e disdetta integrale ed unilaterale del CIA) e non nascondersi dietro fumose affermazioni quali “minimo o forte impatto sociale”.

Ma sono state davvero ridotte le retribuzioni dei manager?

Altro tasto dolente sono le  riduzioni delle retribuzioni dei top manager.  Anche su questo fronte   i sindacati ci vogliono vedere chiaro. In sede di assemblea, il presidente Profumo ha ufficialmente dichiarato l’avvenuta riduzione. I sindacati, però, affermano di non “aver nessun riscontro in merito”.  “Più volte- scrivono- abbiamo richiesto alla Banca di rendere pubbliche le retribuzioni dei manager, le tipologie contrattuali utilizzate per la loro assunzione e soprattutto le eventuali clausole di rescissione dei contratti stessi.”
E concludono: “Abbiamo più volte sottolineato come tali questioni siano ancora più rilevanti  in considerazione del fatto che il Gruppo ha usufruito del sostegno pubblico. A questo punto viste le dichiarazioni effettuate dal Presidente Profumo in sede ufficiale, sarebbe opportuno che la Banca si decidesse a rispondere alle nostre domande e soprattutto a rendere pubblico l’ammontare della fantomatica riduzione degli stipendi del Top Management stesso”.

Veronica Grandetti

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