Benzina. Prezzi incontrollati e tassazioni, gli italiani abbandonano l’automobile

ROMA – La diminuzione del consumo dei carburanti è un fatto inevitabile: la diretta conseguenza dell’aumento incontrollato della tassazione e del mancato controllo sulla determinazione dei prezzi. Tutto ciò ha determinato, infatti, il progressivo abbandono delle automobili.

Sono questi i risultati negativi e controproducenti dell’incredibile livello della tassazione sui carburanti, più elevata di circa il 14% rispetto alla media UE.
Ma, responsabile della rinuncia di molte famiglie all’utilizzo dell’auto non è solo l’aumento della tassazione: anche i prezzi di benzina e gasolio, ancora al di sopra del livello corretto a cui si dovrebbero attestare, hanno contribuito in maniera determinante.
Ad oggi, ad esempio, il prezzo della benzina è pari a circa 1,87 Euro al litro (con alcuni picchi che sfiorano anche 1,93). A novembre 2011, a parità di cambio Euro-Dollaro e di quotazione del petrolio, la benzina costava invece circa 1,60 Euro al litro: cioè 27 centesimi in meno (di cui circa 14 per la tassazione).
Questo vuol dire che, se il prezzo della benzina fosse adeguato e corretto, ogni automobilista potrebbe risparmiare in termini annui, (al netto dell’adeguamento dovuto all’aumento della tassazione) ben 156 Euro.
Un andamento che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non incide unicamente sul costo dei pieni di carburante, ma anche sulla determinazione di tutti i prezzi e le tariffe.
Questi ultimi, sotto effetto dell’ulteriore aumento dell’IVA da luglio, saliranno alle stelle.
Per questo ribadiamo la necessità di cancellare con effetto immediato questo rischioso provvedimento, che determinerebbe effetti catastrofici per l’intera economia.
Inoltre è fondamentale avviare controlli severi sull’andamento dei prezzi, nonché, come recentemente ha sottolineato anche l’Antitrust, eliminare ogni ostacolo di carattere burocratico per la completa liberalizzazione della distribuzione dei carburanti.
Ampliare la rete dei distributori indipendenti è una questione di primaria importanza: da un lato, facendo rifornimento presso tali esercizi, è possibile risparmiare anche oltre 11 centesimi al litro (ovvero 132 Euro all’anno), dall’altro si innescherebbe un meccanismo virtuoso, in grado di aumentare la competitività dell’intero sistema.

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