Assicurazioni più alte d’Europa, ma l’Ania non se ne accorge

ROMA – L’Ania, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici,  continua a diffondere dati poco attendibili sulle polizze rc auto, dichiarando addirittura (da settembre 2012 a maggio 2013) una diminuzione -6%.
Un dato che non riflette affatto la realtà del nostro Paese.

Al massimo, rispetto allo scorso anno, relativamente ad alcune classi vi è stato un lieve raffreddamento delle tariffe, non certo una riduzione. Tantomeno quelle applicate al Sud, che continuano a registrare livelli elevatissimi e vergognosi.
Basti pensare che negli ultimi 18 anni (1994-2012), i costi medi delle tariffe RC Auto sono più che raddoppiati passando da 391 euro del a 1.350 euro. Anche per il 2013, nonostante il crollo del mercato automobilistico e dell’utilizzo dell’auto, sono previsti ulteriori rincari di 35 euro che faranno salire il costo di una polizza per una media cilindrata (max. 1.800 c.c.) a quota 1.385 euro, con un aumento dal 1994 superiore al 250%.
L’Italia, inoltre, come confermato anche dall’IVASS e dall’Antitrust, detiene il triste primato delle assicurazioni auto più care d’Europa.
Ma il divario non interessa solo il confronto tra l’Italia e gli altri paesi europei: negli ultimi anni si è fatta sempre più marcata la differenza tra i costi dell’rc auto al Nord ed al Sud Italia, aggravata dall’atteggiamento al limite della legalità adottato da molte compagnie che, soprattutto nel Sud, operano disdette strumentali, per poi riproporre una nuova polizza con prezzi elevatissimi (nel migliore dei casi con un aggravio del 50%).
Ancora una volta, quindi, contestiamo decisamente le metodologie di calcolo adottate dall’Ania. Non è la prima volta, infatti, che tale Associazione prende in considerazione la diminuzione dei premi assicurativi entrati nell’anno, annunciando una conseguente riduzione delle tariffe.
Ma il calo dei premi, in questo caso, non è dettato dalla sperata diminuzione delle tariffe, bensì da un minore numero di sinistri, ma soprattutto da una contrazione del numero di assicurati, che comportano quindi una riduzione delle entrate delle compagnie. È risaputo, infatti, che anche a causa dei costi proibitivi di assicurazioni e carburanti, molti cittadini hanno rinunciato del tutto all’utilizzo della macchina.
È ora che l’Ania apra gli occhi sulla reale situazione del mercato assicurativo in Italia e che si decida a collaborare con Governo, Ivass ed Antitrust per avviare una seria azione di contrasto delle innumerevoli anomalie che caratterizzano questo settore.
Sono necessari in tal senso interventi mirati per un abbassamento delle tariffe, a partire da un incremento della trasparenza e della competitività, nonché da una riduzione dei costi indiretti dei sinistri, attraverso il funzionamento della banca dati antifrode.

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