Alitalia, salvataggio a rischio. Air France si defila

ROMA – Il tanto agognato piano industriale ha già prodotto dubbi e  incertezze, tant’è che alcuni sindacati si stanno già preparando al peggio.  Nel pomeriggio si sono susseguite continue voci riguardo la ricerca di un possibile partner straniero, visto che Air France ha, come si suol dire, “dato buca”.

Infatti, il vettore franco olandese non ha sottoscritto l’aumento di capitale, nonostante abbia confermato che resterà nella compagine societaria. “Ora cercheremo un altro partner internazionale per stringere una forte alleanza”, ha replicato subito il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dopo aver preso atto della rinuncia di Klm-Air France. Una decisione che, inutile nasconderlo,  peserà tantissimo sul futuro dell’ex compagnia di bandiera. 

“Meno male che il governo ha fatto l’operazione con le Poste”. ha detto, invece, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che non ha nascosto una certa preoccupazione. “Il problema – ha aggiunto il numero uno di Corso Italia –  è che il governo non ha uno strumento pubblico per intervenire nelle situazioni di emergenza. invece di giocare con gli annunci e gli incontri, bisogna aprire un confronto sul piano industriale: per le informazioni che abbiamo noi il tema non è l’occupazione ma lo sviluppo dell’azienda”.

Piano industriale su cui finora non sono trapelati del tutto i contenuti, ma quanto basta per mettere in seria agitazione i sindacati. L’Ugl ha già messo le mani avanti: ” Qualora si dovesse intraprendere la solita  scorciatoia di far pesare solo sul lavoro i costi di una ristrutturazione, vuol dire che si intende escludere la possibilità di un dialogo costruttivo”, ha detto il segretario generale Giovanni Centrella.

Ancora più critica la posizione del sindacato di categoria Avia: “Per quanto conosciamo ad oggi, il piano industriale Alitalia non ci  convince, presenta evidenti contraddizioni: si mettono 

aeroplani a terra, dichiarando però che non ci sarà un calo  del volato, ne discende per logica che non dovrebbero esserci  esuberi tra i naviganti, ma sappiamo che non sarà così”, ribatte il presidente Antonio Di Vietri.   Insomma la situazione non promette nulla di buono, anzi, stando così le cose, il salvataggio non è affatto assicurato. 

Secondo alcuni osservatori la ricapitalizzazione dell’Alitalia potrebbe andare in porto comunque, grazie alla conversione in azioni del prestito soci da 150 milioni dello scorso febbraio. Ma l’esito finale rimane comunque un’incognita dai risvolti incerti. Intanto il quotidiano francese Les Echos pubblica un articolo nel quale emerge il probabile fallimento di Alitalia, proprio a causa della scelta di Air France e Klm di non partecipare all’aumento di capitale.

Ed è probabile che il gruppo franco olandese abbia colto la palla al balzo, sperando in una prossima bancarotta che possa azzerare il vettore italiano e magari rendere più appetibile la compagnia che a quel punto sarebbe costretta a cedere il passo. Infatti –  ricorda Les Echos – “il no all’aumento di capitale è stato influenzato dagli olandesi di Klm, i quali sono infuriati perchè hanno già dovuto mettere dei soldi in Air France. Klm, infatti, era stata condannata nel 2002 a pagare una multa di 150 milioni di euro proprio ad Alitalia, a seguito della rottura unilaterale della loro alleanza”. Insomma un’azione che suona come una vera e propria vendetta.  Nel frattempo il prossimo lunedì sindacati e vertici Alitalia si dovrebbero incontrare per discutere il nuovo piano industriale. L’uso del condizionale è d’obbligo, considerando che la situazione appare ancora molto caotica e il fallimento come annunciano alcuni media francesi non è affatto scongiurato.

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