Tariffe idriche, tra aumenti e disparità

14 °Indagine nazionale sulle tariffe idriche e 3°indagine nazionale sulle carte dei servizi. Acqua: nel 2015 una famiglia di tre persone ha speso 276 euro, il +22% rispetto al 2011 ed il + 6,4% rispetto al 2014. Aumenti analoghi in vista nel 2016 con la nuova delibera della AEEGSI per il nuovo periodo di regolazione


ROMA – Sono circa 5 miliardi i metri cubi di acqua distribuita e fatturata nel servizio idrico italiano per le famiglie ed imprese italiane, senza tener conto che un 37% ulteriore nonostante sia stata immessa in rete si perde nella rete colabrodo. Un quadro che ci vede inadempienti con il 22% di acqua che non viene depurata ed un 7% non confluisce in fognatura, a cui si aggiunge il 9% delle utenze che non ricevono con continuità l’acqua dai rubinetti. Importanti aspetti che le politiche di tutela e qualificazione del servizio idrico come bene comune, sia del Governo, sia a livello locale, non possono ignorare, se vogliamo dare un servizio moderno per un Paese che vuole crescere e sviluppare una cultura responsabile sull’acqua, da preservare per le nuove generazioni in un contesto di sfide climatiche di grandi cambiamenti che quotidianamente registriamo.

E’ da questo contesto che  anche quest’anno abbiamo realizzato come C.R.E.E.F Federconsumatori il monitoraggio il 14°in tutte le città capoluogo sulle tariffe e sugli standard di qualità forniti agli utenti.
Si confermano grandi differenze da città a città nella spesa annua 2015 di una famiglia media di 3 persone per un consumo annuo pari a 150 mc, dove la spesa media nazionale si attesta a 276 euro annui, per un costo medio al mc di 1,84 euro.

Rispetto alla spesa registrata nel 2014 si registra un aumento medio del + 6,4% pari a 16 euro a fronte di un inflazione che non supera il 0,1% nell’anno appena trascorso.

Se allarghiamo il confronto al 2011, anno in cui la regolazione della tariffa è passata alla AEEGSI a seguito del dopo referendum, la spesa annua tipo è passata dai 217 euro del 2011 agli attuali 276 euro con un aumento del 22% a fronte di un inflazione inferiore al 4,6% nel medesimo periodo.

Per quanto riguarda il 2016 si prevedono aumenti analoghi a seguito della delibera approvata il 29 dicembre scorso per il periodo di regolazione 2016-2019 sulle tariffe dell’acqua con il metodo tariffario idrico 2 che ricalca quello del precedente periodo 2014/15 oggetto di pronuncia a seguito dei diversi ricorsi compreso il nostro  presentato presso il Consiglio di Stato.

Una situazione al limite della sostenibilità  per 7 milioni di cittadini in Povertà assoluta ed altrettante si collocano poco sopra questa stessa soglia. Ciò richiede con Urgenza l’intervento del Governo per “definire i criteri per il nuovo Bonus Idrico” che secondo il Collegato ambientale approvato in via definitiva alla camera il 22 dicembre scorso devono essere approvati entro 90 giorni e “garantire anche il quantitativo minimo vitale per utenti morosi “e che l’AEEGSI dovrà darvi subito dopo applicazione dopo aver sentito le parti sociali.

Bonus Idrico  Nazionale affinché venga data copertura a “tutto il territorio nazionale di forme minime di sostegno per accedere al servizio idrico anche per quel 25% della popolazione che qualora si trovassero in condizioni di povertà oggi non può accedervi perché privi di qualsiasi regolamentazione nel proprio territorio.”

Andando ad analizzare i risultati per quanto riguarda gli aumenti registrati nelle diverse città nel 2015 sul 2014 registriamo una spesa per la famiglia tipo del +10% a Matera e Potenza, +9% ad Avellino, Biella, Como, Frosinone, Gorizia, Lecco, Pesaro, Sondrio, Treviso, Vicenza, Viterbo mentre all’opposto calano a Trapani del 10%, Campobasso -5%, Bologna -4%.

Le città invece più care per la bolletta si trovano in prevalenza in Toscana: Pisa 442 euro, Siena 436, Grosseto 436, Frosinone 432, Enna 419, Pesaro e Urbino 418, Firenze 402, Carrara 396, Arezzo 392, Cesena 388, Ferrara 374, Forlì 366.

Le città meno care sono Milano 106 euro, Campobasso 120, Catania 137, Imperia 140, Caserta 144, Varese 153, Como 158, Udine 165, Savona e Monza 168, Rieti 169.

Le macroaree con la bolletta più elevate sono il Centroitalia, seguita dal Nordest, segue il sud ed Isole ed il Nordovest.

Si conferma la novità positiva già registrata negli anni precedenti della Tariffe Procapite “che premia con tariffe più vantaggiose le famiglie che a parità di componenti usano e consumano meno acqua in modo responsabile rispetto agli utenti spreconi e si contengono entro un consumo medio”, le città che hanno fatto questa scelta sono Bologna, Modena, Carrara, Caserta, La Spezia, Massa, Rovigo, Siracusa e Terni.

In merito alle Carte dei servizi abbiamo ricevuto 81 risposte dalle provincie analizzate e si confermano come gli anni precedenti grandi differenze da città a Città, ora con la approvazione dopo ampia consultazione di nuovi Standard di qualità MINIMI da parte della Aeegsi il 29 Dicembre scorso che entreranno in vigore dal 1 luglio 2016 dovremo registrare una “graduale omogeneizzazione degli standard qualitativi minimi sul territorio nazionale, fermi restando la possibilità di mantenere o prevedere migliori condizioni laddove gli Egato previo confronto con le Associazioni dei Consumatori intendono prevederle “.

Infine un’ultima considerazione molto importante: in questi ultimi due anni stiamo registrando una ripresa degli investimenti importanti per ridurre le perdite e rendere più efficiente il servizio idrico ma guarda caso con risorse ricavate  dagli aumenti in bollette in particolare dalle utenze domestiche dove contribuiscono per i 2/3 nella quota investimenti.

Una situazione inaccettabile che bisogna invertire radicalmente, il governo, le regioni, i comuni devono creare un piano poliennale di investimenti pubblici  ad Hoc utilizzando al meglio  le risorse dei fondi europei spesso nel sud inutilizzati ed mettendo risorse recuperate nuove dalla battaglia sulla evasione fiscale  o dai risparmi dal Bilancio dello Stato.

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