ROMA – Secondo l’Istat i consumi privati a fine 2015 mettono a segno il rialzo più forte da oltre cinque anni. L’istituto spiega che il +1,3% tendenziale registrato nel quarto trimestre risulta l’aumento massimo dal terzo trimestre del 2010 (quando era stato rilevato un +1,6%).
Ancora meglio va per gli investimenti totali: la crescita dell’1,6% è la più elevata dal secondo trimestre 2007 (quando era stato segnato un +2,1%). Si tratta quindi dell’incremento più rilevate dall’inizio della crisi. Un dato che la Federconsumatori smentisce categoricamente: “I dati sui consumi delle famiglie rilevati dall’Istat hanno del paradossale: il rialzo più forte da oltre cinque anni, +1,3% nel quarto trimestre 2015”, scrive in una nota. “Tutto questo mentre, relativamente al PIL, lo stesso Istituto di Statistica ammette come “nel corso dell’anno la crescita congiunturale ha mostrato un progressivo indebolimento”. Il Paese è fermo, l’occupazione è sempre su livelli allarmanti, la disoccupazione giovanile è tornata a crescere… e i consumi aumenterebbero?”
“Probabilmente i ricercatori dell’Istat sono tornati a rilevare tale dato in qualche ricco Emirato, dove in precedenza rilevavano i dati sulla fiducia dei consumatori. È vero che vi è un timido, quasi impercettibile, miglioramento su tale versante, ma annunciare il dato record sull’andamento dei consumi dal 2007 risulta eccessivamente ottimista e fuori luogo. Basti pensare che, secondo le nostre rilevazioni, dal 2012 al 2015 la contrazione della domanda interna ha registrato una diminuzione del 10%. Per poter arrivare ad un risultato “da record” e poter dichiarare che la crisi è ormai alle spalle c’è ancora molto da fare. Bisogna imprimere una vera svolta all’andamento economico. In particolare, come sosteniamo da tempo, è indispensabile agire sul versante della domanda interna, attraverso un rilancio dei redditi.”
“Per fare ciò è necessario avviare ogni misura utile alla ripresa del mercato del lavoro, avviando un serio Piano Straordinario per il Lavoro che preveda investimenti per l’innovazione e la ricerca; la realizzazione di infrastrutture, soprattutto al Sud; la realizzazione di un programma di sviluppo per il settore del turismo, vera risorsa del nostro Paese; la messa in sicurezza del patrimonio culturale e scolastico. Non dimentichiamo che combattere la disoccupazione significa agire positivamente per una redistribuzione dei redditi in termini generali, facendo crescere così la domanda interna. Inoltre dare lavoro soprattutto ai giovani significa restituire prospettive e futuro all’intero Paese. Non dimentichiamo che ogni disoccupato pesa sulle spalle delle famiglie (nonni, genitori, parenti), che rappresentano la vera forma di welfare, con un onere di circa 450 euro mensili.”