Bollo auto: conviene davvero l’abolizione?

Con un aumento di 16 centesimi delle accise chi utilizza spesso l’auto andrà a rimetterci. Gravi le ricadute generali sui beni di largo consumo

ROMA – Ritorna d’attualità l’idea di abolire il bollo auto. Un’ipotesi circolata già alcuni mesi fa, poi ritirata. Adesso il Presidente del Consiglio rilancia l’idea dell’abolizione del bollo per il 2017, inventandosi come metodo per recuperare i 6 – 6,5 miliardi circa di euro di gettito che la tassa attualmente porta nelle casse dello stato e che nella attuale contabilità vengono destinati alle Regioni, trovando come soluzione un aumento dell’accise sulla benzina. Aumentare nuovamente le accise sulla benzina. Vogliamo solo ricordare che il costo del barile è sceso del 69% dal picco del luglio 2008, mentre le accise sono aumentate, sempre dal 2008, del 37%.

Senza accise, la benzina costerebbe circa 68 centesimi! In quest’ottica la seppur allettante proposta dell’abolizione del bollo appare come una sonora presa in giro. La prospettiva di aumentare di 16 centesimi al litro le accise per recuperare i 6 miliardi necessari, oltre a prenderci un po’ in giro, passando da una tassa visibile ad una tassa invisibile (pratica ormai molto applicata), risulterebbe davvero conveniente? I calcoli, come conferma anche la GCIA di Mestre, dimostrano che l’abolizione andrebbe a vantaggio delle auto di grossa cilindrata e di chi percorre pochi chilometri. Chi invece in un anno percorre più di 20.000 chilometri ci rimetterebbe: un’auto a gasolio di 1900 di cilindrata che paga 277 euro di bollo, dopo avere percorso 20.000 chilometri perde il beneficio, un auto a benzina di 1600 di cilindrata che di bollo paga euro 199,00 è nella stessa situazione. Quindi si andrebbero a penalizzare tutti coloro che viaggiano di più, i piccoli trasportatori, i taxisti, i rappresentanti di commercio, gli artigiani che per la loro attività si spostano per interventi o riparazioni. Per non parlare delle ricadute sui prezzi dei beni che, non lo dimentichiamo, nel nostro Paese sono trasportati per l’86% su gomma.

Per un automobilista, in tal modo, l’aumento di 16 centesimi dell’accisa comporterebbe maggiori costi diretti (vale a dire sul un rifornimento di carburante, ipotizzando due pieni al mese) di 192 Euro e di 154 Euro per costi indiretti (vale a dire l’aumento del prezzo dei beni di largo consumo).

Un aumento complessivo di 346 Euro a fronte di un costo medio del bollo auto di 228 Euro… Siamo sicuri che convenga?

Per evitare importanti ricadute economiche e occupazionali, bisognerebbe trovare dei correttivi che tengano conto di tali elementi. Siamo veramente uno strano Paese: da una parte mettiamo il bollo alle auto e alle moto d’epoca, impedendo d’ imperio alle regioni di legiferare per diminuire la tassa in questione e creando un notevole danno economico e professionale a chi in quel settore (turistico, artigianale, professionale ) opera e a distanza di non molto si parla di abolire del tutto il pagamento del bollo, creando aspettative per le quali, se non si trovano soluzioni credibili e compatibili con tutti i settori interessati, si avranno solo effetti negativi.

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