TRIESTE – Avvio col botto nel 2013 per Piazza Affari che, dopo aver capitalizzato l’accordo siglato al fotofinish nella notte di Capodanno sul “fiscal cliff” (baratro fiscale) americano, probabile tema di sottofondo per le sedute borsistiche dei prossimi due mesi a venire, affida ai titoli del comparto bancario le proprie fortune.
La revisione degli standard di liquidità (LCR) per le banche previsti dalle regole di Basilea 3 in senso a loro favorevole ed il raffreddarsi delle tensioni sui titoli di stato italiani, con lo spread tra BTP decennale e Bund tedesco in costante calo, hanno dato respiro agli istituti di credito di casa nostra, autori di un vero e proprio rally in queste prime sedute del 2013.
Osservato speciale il Monte dei Paschi di Siena che, tra sospensioni per eccesso di rialzo e successive prese di beneficio, ha guidato l’intero comparto in una forsennata volata, tale da spingere Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente presidente ed amministratore delegato dell’istituto, a precisare che non ritengono ci sia una regia nascosta dietro al rialzo di questi giorni, smentendo così ogni ipotesi di scalata in corso sulla banca toscana.
Secondo gli analisti del settimanale finanziario «Milano Finanza», grandi sono le potenzialità di crescita di Piazza Affari da oggi sino al prossimo mese di marzo, confermate tanto dall’ufficio studi di Mediobanca, che pone la nostra Borsa su valori prossimi a quelli del 1943, quanto da quello di Morgan Stanley, che quota Milano a sconto del 67% rispetto alla sua media storica.
Nessuna sorpresa che possa frenare le ambizioni di Piazza Affari neanche dall’incontro di ieri della BCE, la Banca Centrale Europea: il numero uno Mario Draghi ha sottolineato che la decisione di mantenere invariato allo 0,75% il tasso di interesse è stata presa all’unanimità, precisando che se anche i rischi estremi nella zona euro sono stati rimossi è ancora troppo presto per considerare terminata la crisi e studiare una exit strategy.
Dopo il significativo calo dello spread registrato nei giorni scorsi, occhi puntati sull’esito dell’odierna asta dei titoli a medio-lungo (Btp) con scadenza triennale, dopo che il collocamento di BOT a 12 mesi di ieri è stato caratterizzato da una richiesta sostenuta: purtroppo, sebbene la domanda abbia largamente superato l’offerta ed i rendimenti siano calati dal 2,5% all’1,85%, questi fattori non hanno fornito ulteriore spinta al comparto bancario, rimasto invece debole.
A caratterizzare la chiusura di ottava di Piazza Affari e delle principali Borse europee, che avevano cominciato l’ultima seduta della settimana con gli indici contrastati, l’ondata di prese di beneficio che si è abbattuta sui titoli bancari dopo i forti rialzi registrati sino ad oggi, tra i quali spicca lo scivolone rovinoso di Commerzbank su voci di un possibile aumento di capitale. Nonostante ciò e con la debita eccezione di Londra (+0,03%), Milano (FTSE Mib -0,11%, FTSE Italia All Share -0,10%) si consacra una volta in più quale migliore piazza finanziaria in Europa (Francoforte -0,22%, Parigi -0,45%).
Prosegue invece indisturbata la flessione dello spread tra il Btp e il Bund con scadenza a dieci anni, la cui differenza di rendimento è scesa dai 260 punti base di ieri agli odierni 251, riportandone il rendimento sotto al 4,10%.