ROMA – Mentre si avvicina il giorno delle elezioni e le formazioni si presentano al Viminale, il clima politico rimane teso e incerto. Silvio Berlusconi, dopo la performance di ieri sera da Santoro, sbarra la strada a un’ipotetica salita al colle di Mario Monti.
“Non andrà mai al Quirinale – tuona il cavaliere – . Da come si è comportato, dai risultati del suo governo, devo dire che il Monti che conoscevo io era un Monti finto, rispetto alla realtà che poi è emersa”.
Ma oggi Berlusconi non è il solo ad avvalorare questa ipotesi. Anche Pierluigi Bersani ha sollevato qualche perplessità sulla candidatura di Monti. D’altra parte, come puntualizza il segretario del Pd, “non ho una preclusione che Monti possa fare il presidente della Repubblica. Anzi, nel periodo precedente tanti hanno interpretato la mia posizione come favorevole a questa ipotesi. E io non ho mai smentito. Poi è successo che Monti si è messo mani e piedi
nella contesa politica. E lui stesso ha riconosciuto che questo rende più difficile avere un ruolo di terzietà. Punto. Non sono io che non lo voglio. Sta nell’oggettività delle cose”.
Intanto Berlusconi, sempre durante un’intervista, avverte che in caso di pareggio al Senato diventerà necessario fare un accordo senza escludere neppure la sinistra. Un ragionamento che il Pd ha già elaborato perchè ha perfettamente capito che per governare è necessaria una larga maggioranza, guardando però al centro di Monti e non al partito del Cavaliere. Insomma la parola d’ordine, come ha ben ricordato Anna Finocchiaro è la stabilità e la governabilità. Due caratteristiche imprescindibili che per ora racchiudono la difficoltà che potrebbe determinarsi a Palazzo Madama con il premio di maggioranza regionale.
Monti, dal canto suo, ha sottolineato ieri che per ora di accordi non se ne parla. E’ troppo prematuro. Anche perchè il professore è sicuro che l’unica agenda politica che offra una qualche prospettiva all’Italia sia la sua. Se così non fosse il Paese sarebbe segnato negativamente. Insomma, Monti si sente una sorta di salvatore del paese.
Un trionfalismo che Bersani non condivide affatto, specie sui conti pubblici e sulla previsione di crescita: ” È vero che l’Italia ha evitato il baratro, ma il 2013 sarà difficile e soprattutto bisognerà vedere se il governo ha messo polvere sotto al tappeto”. “Dobbiamo vedere se l’obiettivo che ci siamo dati del pareggio di bilancio è centrato: bisogna vedere se la crescita è quella delle previsioni e quanta polvere è stata messa sotto al tappeto. Certamente siamo usciti dal baratro, ma non condivido certi toni un pò trionfalistici: il 2013 sarà un anno difficile”.
Vendola apre la campagna
Nel frattempo anche Nichi Vendola apre la sua campagna elettorale. “Mario Monti e Silvio Berlusconi vogliono impedire l’esito felice di una vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni”, afferma il governatore pugliese. .
“Di fronte a questo rischio – spiega il leader di Sel in conferenza stampa, – la sinistra non sarà la forza politica che radicalizza i decibel delle sue proposte o tira per la giacchetta Bersani esercitando interdizioni e diritti di veto. Noi faremo in modo che la radicalità del riformismo diventi pratica di governo. Perchè- aggiunge Vendola- pensiamo di avere il diritto di governare senza che coloro che l’hanno fatto nella prima e nella seconda Repubblica ipotechino anche la probabile Terza Repubblica”.
“Per questo – osserva ancora il presidente della Regione Puglia – la partita sarà al Senato. Chi può dire come sarà composto il prossimo Senato? Io penso che la nostra vittoria sarà completa”.
E poi Vendola per rispondere a Berlusconi che ieri ha definito invidioso il popolo della sinistra, dice: “La patrimoniale l’hanno fatta loro, Monti e Berlusconi, noi non lavoriamo per stimolare l’invidia sociale ma è necessaria una patrimoniale sugli attivi finanziari, bisogna colpire la ricchezza quando diventa rendita e si sottrae a un reinvestimento. È un modo per rimetterci in sintonia con il mondo più avanzato”.