Piazza Affari tira il fiato per le festività pasquali

TRIESTE – L’ottava conclusasi ieri e quella che prenderà avvio martedì prossimo si caratterizzano entrambe per la brevità, prescritta dall’usuale chiusura per il Venerdì Santo (oggi) e per il Lunedì dell’Angelo, festività pasquali osservate da tutte le principali Borse europee; sull’altra sponda dell’Atlantico pausa odierna per Wall Street, anche se gli investitori statunitensi anticiperanno di un giorno rispetto all’Europa il ritorno alle contrattazioni.

Settimana negativa per Piazza Affari quella appena trascorsa, in affanno sull’incapacità di formare un Governo dopo l’incerto risultato del voto elettorale, da molti interpretato come un rifiuto delle riforme e del piano di austerità introdotti dal Premier Mario Monti, con sullo sfondo le preoccupazioni per la crisi finanziaria di Cipro e le recenti difficoltà della Slovenia, probabile sesto membro dell’Eurozona a chiedere in un futuro non lontano il sostegno dell’Europa: nel periodo compreso tra il 25 ed il 28 marzo il FTSE Mib, il più significativo indice rappresentativo delle società quotate sui mercati di Borsa Italiana, ha perso il 4,4%, accrescendo il ribasso complessivo da inizio anno sino ad uno sconfortante 5,74%.
Sotto il fuoco incrociato del paventato taglio del rating prospettato da Moody’s e di un’economia che non accenna a dare importanti segnali di ripresa, non dovrebbe sorprendere la mancanza di una performance positiva anche nell’ultima seduta prima della lunga chiusura: qualche accenno di reattività dal comparto bancario (UBI Banca +3,38%, UniCredit + 1,34%, Intesa SanPaolo +0,71%), senza direzione quello petrolifero (ENI -0,57%, SNAM -0,34%), frazionali rialzi per le società a maggior capitalizzazione (Pirelli +0,18%, Parmalat +0,05%) ed infine profondo rosso per i media e gli editoriali (RCS MediaGroup -3,01%, Mediaset -2,39%). Dati che, secondo un’analisi di Repubblica, rispecchiano un trend negativo che caratterizzerà tutto il 2013, anno che avrebbe dovuto rappresentare il momento del ritorno alla crescita e che invece dovrà rivedere al ribasso tutte le stime economiche dei suoi prossimi trimestri, scenario peraltro confermato anche dalle indicazioni del nostro stesso Governo.
Secondo l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il PIL (Prodotto Interno Lordo) dell’Italia, unico caso tra i Paesi del G7, continuerà a contrarsi nel primo semestre di quest’anno, più esattamente dell’1,6% annuo nei primi tre mesi e dell’1% nel successivo trimestre; queste le parole di Pier Carlo Padoan, vice segretario generale dell’OCSE, rilasciate al proposito all’Ansa: «Per l’economia italiana  si conferma una crescita generalmente negativa quest’anno, ma si tratta di una recessione che si sta avviando alla fine con un ritorno alla crescita positiva fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, secondo cui le previsioni dell’OCSE «appaiono decisamente più realistiche, anche se non si può escludere che gli elementi di incertezza esistenti, con riferimento sia allo scenario politico sia a quello economico, incidano sfavorevolmente sulle decisioni di consumatori e imprese, con conseguente rinvio delle decisioni di spesa».
Perfettamente in linea con queste affermazioni la chiusura di ottava in frazionale ribasso per Piazza Affari (FTSE Mib -0,1%, FTSE Italia All-Share -0,11%) a cui si sono contrapposti i rialzi delle principali Borse europee (Parigi +0,53%, Londra +0,38%, Francoforte +0,08%) che, dopo aver cavalcato l’onda della crescita inaspettata delle vendite al dettaglio in Germania, hanno seguito l’euforia di Wall Street per i dati sul PIL statunitense e per il nuovo record stabilito dall’indice S&P 500, un massimo che resisteva dal 9 ottobre 2007.

Sul fronte del debito sovrano da segnalare l’esito dell’asta di mercoledì scorso della terza tranche di BTP 1° maggio 2023 (con cedola del 4,5%), completamente soddisfatta nonostante il forte calo del tasso di copertura (rapporto tra titoli richiesti e titoli offerti), passato ad 1,33 dall’1,65 dell’asta di fine febbraio.
Le conseguenti tensioni sui mercati verificatesi nell’ultima seduta della settimana hanno spinto gli operatori ad incrementare le posizioni sul Bund a scapito del BTP, creando così un allargamento dello spread a 362 Bp (Basis point, punti base). Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG Markets, la scarsa capacità di creare una stabile maggioranza a governo del Bel Paese potrebbe determinare ulteriori forti aumenti di questo differenziale: «Non si può escludere che l’apice delle tensioni potrebbero condurre verso un target di 450 punti base, con il rendimento sul decennale italiano che potrebbe spingersi sino al 5,25-5,30%», ha precisato l’esperto.

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