Manifattura in calo e ripresa debole mandano in rosso le Borse

TRIESTE – Dopo un’ottava di Borsa caratterizzata da pochi market mover (eventi macro-economici di portata tale da poter influenzare l’andamento dei mercati), completamente focalizzata sul meeting della Federal Reserve dello scorso 18 settembre, la nuova settimana si avvia con i riflettori puntati sugli esiti delle elezioni politiche in Germania, particolarmente attese dagli investitori globali.

Storica vittoria del cancelliere uscente Angela Merkel che, con il 41,5% delle preferenze, ha ottenuto una riconferma già scontata dai listini, accolta senza particolari fermenti; interesse invece per l’esclusione dal Bundestag, il parlamento tedesco, del partito “anti-euro” di Alternativa per la Germania (AfD) che non ha raggiunto la soglia minima di preferenze, fissata al 5%: circostanza che ha sospinto e sostenuto il corso della moneta unica, prossima ai massimi da sette mesi nei confronti del dollaro statunitense.

Sembra quindi essere giunto il momento di interrogarsi su cosa i mercati ci riservano per il futuro, anche in considerazione della veemente reazione alla decisione del FOMC (Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della Fed) della prosecuzione del QE (Quantitative Easing, programma di acquisto titoli a lungo termine) per accompagnare la ripresa economica e sostenere l’accesso al credito di imprese e famiglie: le massicce vendite di dollari americani, gli acquisti in Borsa e di materie prime, i tassi in diminuzione sull’obbligazionario non fanno che riproporre il binomio “dollaro debole, euro forte” che ben conosciamo e che ci accompagna già da tempo.

L’odierna pubblicazione dei dati PMI (Purchasing Managers Index) manifatturiero e dei servizi  fa registrare segnali positivi per l’economia del Vecchio Continente, confermatasi in fase di espansione nonostante una frazionale flessione del primo ed un’altrettanto minimale crescita del secondo, rispettivamente inferiore e superiore alle stime degli analisti, in Europa, Germania e Francia.

L’Istat ha invece comunicato che in Italia ad agosto l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è risultato invariato, con un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. 

Il pesante clima creatosi attorno al Governo focalizza l’attenzione sui possibili sviluppi politici conseguenti il temuto aumento dell’IVA, mentre il premier Enrico Letta è in Canada per incoraggiare gli investimenti nel nostro Paese: mercoledì  sarà pubblicato il rapporto annuale della Commissione Europea sulla competitività dell’industria e sull’andamento della posizione competitiva di ogni Stato membro che, stando a quanto risulta a Il Sole 24 Ore Radiocor, sembrerebbe non evidenziare alcun progresso da parte dell’Italia nella competitività industriale.

Come se non bastasse quest’oggi, nella riunione del FMI (Fondo Monetario internazionale) sullo stato dell’economia e sul credito, si parlerà del terzo più grande debitore al mondo, del maggiore paese europeo colpito dalla crisi, dell’unico Governo di rilievo ad affrontare anni di recessione senza chiedere aiuti vincolati ad un piano di riforme: l’Italia.

Seduta positiva per i mercati asiatici, spinti dal risultato della produzione manifatturiera in Cina, ai massimi da sei mesi: a settembre l’indice è ulteriormente avanzato, portandosi a 50,2 punti (sopra i 50 punti si registra un’espansione dell’economia, sotto una contrazione); un  segnale importante, che supera le attese degli analisti e che costituisce una svolta dopo il rallentamento protrattosi per 12 degli ultimi 14 mesi.

Shanghai ha chiuso a +1,2% mentre su di Hong Kong (+0,4%) ha pesato la cancellazione delle contrattazioni della mattina a causa dei disagi prodotti dall’abbattersi di una tempesta; Tokyo è rimasta chiusa per festività.

Avvio contrastato per le principali piazze europee, con Francoforte in rosso nonostante la riconferma elettorale del cancelliere Angela Merkel, seduta poi proseguita all’insegna del nervosismo per i timori che la Federal Reserve possa iniziare da ottobre la riduzione dei programmi di stimolo all’economia.

Piazza Affari (FTSE Mib -0,32%, FTSE Italia All Share -0,45%) e le principali Borse europee iniziano la settimana con gli indici in negativo, le debolezze di Francoforte (-0,47%) e Londra (-0,59%) ad affiancarsi a quelle più acute di Madrid (-0,68%)e Parigi (-0,75%). 

A Milano, dopo che la settimana compresa tra il 16 ed il 20 settembre si è conclusa positivamente con il FTSE Mib, il più significativo indice azionario di Borsa italiana, in crescita del 2,41% ed un rialzo da inizio anno attestatosi ad un considerevole 10,43%, attenzione alla partita per il riassetto dell’azionariato di Telecom Italia (+3,42%), entrata nelle fasi finali; balzo per Maire Tecnimont (+7,54%) dopo che gli analisti di Barclays e Banca Akros ne hanno incrementato prezzo obiettivo e rating. Tra gli industriali forte rialzo di Finmeccanica (+4,20%) sulle voci di un’offerta da parte di CDP (Cassa Depositi e Prestiti) per rilevare il controllo di Ansaldo Energia; tra i bancari spicca il rialzo di Monte dei Paschi di Siena (+1,64%), nonostante la comunicazione di esercizio della facoltà di non procedere al pagamento degli interessi maturati previsti per i titoli MPS Capital Trust II, Antonveneta Capital Trust I e Antonveneta Capital Trust II; pressoché stabili Unicredit (+0,12%) e Intesa Sanpaolo (+0,06%).

Sul fronte del debito sovrano senza scossoni lo spread, la differenza di rendimento tra il Btp ed il Bund con scadenza a dieci anni, stabile a quota 234 Bp (Basis point, punti base) della chiusura di venerdì, per un tasso del titolo italiano (Btp maggio 2023) al 4,25%, appaiato al rendimento dei Bonos spagnoli.

In frazionale diminuzione lo spread tra corrispettivi titoli con scadenza a due anni, sceso a 150 Bp dai 151 punti della precedente chiusura, con un rendimento sempre sotto all’1,7%.

Come ultima segnalazione tra gli eventi di rilievo della settimana, le aste dei titoli di Stato italiani: giovedì 26 è previsto il collocamento dei BOT semestrali, mentre l’ottava si chiuderà venerdì con quello dei BTP.

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