Euro a rischio. Draghi bloccato dalla Bundesbank. Borse affondano

ROMA – Sembrava fatta. A leggere i giornali italiani, anche quelli che vedono Monti come un trave nell’occhio, i due super Mario, il presidente del Consiglio e il presidente della Banca centrale europea ce l’avevano fatta ad ammorbidire Anghela Merkel.

La Bce poteva intervenire per acquistare titoli, aiutando i paesi in difficoltà a ridurre lo spread. Niente di tutto questo. Ma il presidente della Bce, in conerenza stampa ha annunciato che tutto era fermo, stop. Certo restava l’annuncio  ci sarebbero volute alcune settimane prima di attivare le procedure necessarie. Insomma un rinvio. Solo Monti dice che si tratta “ non di un passo indietro, ma di un passo avanti”. Una battuta, a dir poco, infelice. Non la pensano così i mercati Eravamo abituati ai venerdì neri, il fattaccio invece è avvenuto di giovedì,proprio mentre Draghi parlava: le Borse, da Milano a Parigi a Londra sono andate incontro a pesanti cadute.

Spread sopra 500 punti. Piazza Affari a -4,64
Milano chiude con un tonfo del 4,64% il 2,4%, Londra lo 0,4%, Francoforte l’1% e Parigi lo 1,2%. Giù Madrid che arretra del 4,7%. Debole in avvio anche Wall Street, il Dow Jones cede lo 0,6%, l’S&P 500 lo 0,8% e il Nasdaq lo 0,2%. Per quanto riguarda i titoli di stato  lo spread Btp-Bund che si era attestato in chiusura di mercoledì a 456 punti base per passare all’apertura dei mercati a 440 punti c’è stato un salto record superando l’asticella 500 per arrivare a 508 punti. Lo spread fra titoli spagnoli e tedeschi è salito a 552 punti base. Che le cose non andassero proprio bene e che lo scontro con la Bundesbank non lasciava presagire niente di buono andava maturando con il passar delle ore. Del resto il fatto che la riunione della Federal reserve si fosse chiusa con un nulla di fatto, senza ritoccare i tassi di interesse non era un buon segnale. Insomma, anche se Monti deve far buon viso a cattiva sorte, la Bce è in una fase di stallo.
Anghela Merkel in vacanza in Alto Adige

Aveva detto Draghi ad una riunione,  a Londra,di esponenti che contano nel mondo della finanza che per salvare l’euro “ avrebbe fatto di tutto”. Si era stabilito un asse Monti-Hollande con aggiunta del premier spagnolo Rajoy. La Cancelliera si era concessa una vacanza in Italia, in Alto Adige con Messer a farle da guida. Insomma tutto andava per il meglio. Ma i giornali tedeschi, molto più accorti e molto più “liberi” di quelli italiani non avevano abboccato. Spiegel parlava di  “ rotta dello scontro  di Monti con la Merkel”.  Altro che “svolta europeista” annunciata dai media italiani. E  alla vigilia della decisione che avrebbe dovuto prendere la Bce cominciava una marcia indietro. Repubblica, il giornale montiano  che molto si era esposto, titolava:“ La cancelliera fra due fuochi, così la svolta europeista di Angie ( quale straordinaria confidenza ndr) rischia di rimanere incompiuta”.

L’intervento della Bce viene rinviato. E’ solo un annuncio

Certo Draghi si è presentato in conferenza stampa ribadendo che la Bce era pronta ad intervenire. Ma- ha aggiunto-vedremo in seguito, ci vuole tempo. “  Gli speculatori si sbagliano, perdono tempo e soldi scommettendo contro l’euro: l’euro è irreversibile, un ritorno alle valute nazionali è impensabile, l’euro continuerà a esistere”  . Ha annunciato che la Bce prende in considerazione la ripresa di operazioni di acquisti di titoli sovrani dei paesi dell’Eurozona in difficoltà, per aiutarli a ridurre lo spread tra i loro interessi sul debito e i bassissimi interessi sui Bund .Ma questo, come hanno capito tutti gli osservatori, tranne Monti,, è solo un  piano d’intenti. Si attendeva una  decisione operativa.  Se  scelte concrete lo si vedrà  nelle prossime settimane. Chi ha dimestichezza con Francoforte e la Bce stima che ci vogliano almeno cinque settimane. Nel frattempo i mercati faranno l bello e il cattivo tempo. La realtà è che, comunque la si voglia guardare, ha vinto la Bundesbank. Ma come, si dirà, allora l’entrata in campo di Hollande, l’asse con Monti? Davvero si poteva pensare che la vittoria di un socialista avrebbe cambiato le carte in tavola? Che l’Unione europea, i governi di destra  di quasi tutti i paesi dell’eurozona avrebbero abbandonato la politica ultraliberista che ha disastrato la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, mettendo a rischio la Spagna, la Grecia? Si tratta di una battaglia lunga, difficile. La Bundesbank non si muove da sola. Rappresenta  gli interessi della grande finanza ed è riuscita a mettere un freno ai piani di intervento annunciati da Draghi.

 
L’arroganza del presidente della Bundesbank

 Gli operatori finanziari non avevano nascosto che facevano il tifo per il giovane presidente della Banca tedesca, Jens Weidmann. Draghi ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte. Prima grida al mondo che “ farà di tutto”,poi dice che , sì, è vero che la Bce è indipendente “ ma non può sostituirsi ai politici, tocca a loro risolvere il problema del debito.” Ha aggiunto  che i rischi per le prospettive dell’economia reale nell’eurozona restano alti. Poi , quasi a riprova della retromarcia imposta dalla Bundesbank  ha affermato:Le mie parole a  Londra sono state fraintese dai mercati”.  E’ questo il risultato di una lunga riunione del board Bce che doveva chiudersi alle ore 12,30 invece è andata oltre. La linea di Draghi non ha trovato la maggioranza necessaria. Il  “ falco” che guida la Bundesbank aveva detto a chiare lettere, con il<plauso di diversi ministri tedeschi e il silenzio  della cancelliera in vacanza in Alto Adige che la Bce non poteva andare oltre il suo mandato di difesa della stabilità monetaria e quindi non acquistare titoli sovrani. “Noi della Bundesbank – aveva affermato-non siamo una banca centrale qualunque, siamo la prima banca centrale dell’eurozona e contiamo più di altri”.  Una dichiarazione sprezzante, arrogante. Il silenzio della cancelliera vale più di mille parole. Chi tace acconsente, dice il proverbio. Appunto.





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