Borsa. Blocco tecnico dalle 9 alle 15:30. Poi al via la mini-seduta

MILANO – Cosa è successo oggi in Borsa? Perché gli scambi sono stati interrotti dalle 9 fino al alle 15:30? Centrano qualcosa gli scontri in Libia di queste ore?

A sentire le precisazioni giunte in queste ore del portavoce della Borsa, si può parlare solo di uno stop tecnico e la sospensione delle negoziazioni della Borsa Italiana di questa mattina non è legata alle tensioni in Libia.
Ripercorriamo i fatti. Alle 9 di questa mattina, Borsa Italiana fa sapere che i mercati MTA, ETF, SeDeX e MOT sono sospesi per un problema tecnico. Lo sconcerto tra gli operatori è notevole soprattutto all’indomani di una seduta nera con l’indice Ftse Mib che ha chiuso con un -3,59%. La situazione è andata poi peggiorando nel corso della mattinata perché l’assenza di ulteriori informazioni e il generico problema al flusso dei dati informatici lasciava tutti senza un orizzonte d’attesa definito. Ha commentato un trader: “Siamo nel black out totale e non ci viene detto quando potremo ripartire: dopo una seduta come quella di ieri non è certo la cosa migliore che poteva capitare”. La situazione poi si è sbloccata con una nota di Piazza Affari che ha comunicato la ripresa delle negoziazioni a partire dalle 15:30.

 

Dura la reazione della Consob ha chiesto chiarezza inviando una lettera all’amministratore delegato di Borsa Italia, Raffaele Jerusalmi, e al numero uno dell’LSE Group, Xavier Rolet, per chiedere chiarimenti sul blocco gli indici e l’attività di Piazza Affari invitando, inoltre, “a presporre i necessari meccanismi affichè non si ripetano episodi del genere”. Accese invece le reazioni dei consumatori. Elio Lannutti, Presidente dell’Adusbef ha denunciato: “La Borsa italiana non ha alcun diritto di sospendere le contrattazioni di sua iniziativa se non per cause di forza maggiore o su disposizioni della Consob e non può nascondere il black out su generici problemi tecnici. La Consob ha forse dato autorizzazione alla sospensione? Tiri fuori quindi in fretta quali siano questi problemi tecnici, li renda subito noti e trasparenti, perchè la coincidenza della sospensione con i bombardamenti in Libia sembra fin troppo evidente e i risparmiatori-investitori italiani hanno tutto il diritto di conoscerne le ragioni”.

 

Si è chiesto ancora Lanutti: i problemi tecnici che hanno impedito l’apertura degli scambi, “sono forse collegabili agli ingenti investimenti delle imprese italiane con la Libia e agli investimenti reciproci di Gheddafi nelle principali imprese italiane, come Unicredit, che potrebbero causare un nuovo crollo del titolo e di altri titoli collegati in Borsa?”.  Intanto si è chiusa, dopo appena due ore dall’apertura, la mini-seduta odierna. Vivaci gli scambi, dato il poco tempo a disposizione, per un controvalore di 2,5 miliardi di euro. Sul paniere di riferimento ha prevalso il segno meno. A segnare il passo Geox (-2,89%), Banco Popolare (-2,58%), Unipol (-2,53%), Ansaldo Sts (-2,44%)  e Generali (-2,22%). Debole Unicredit (-1,82%), sotto tiro per i soci libici di Lia e della Banca Centrale di Tripoli, mentre ha evitato il peggio Eni (-0,86%), che ha dovuto sospendere alcune attività e interrompere il flusso del gasdotto Greenstream per mettere in sicurezza le proprie strutture. Giù anche Saipem (-1,86%), mentre ha tenuto Edison (-0,17%), che ha fatto sapere di riuscire a sopperire a eventuali difficoltà di approvvigionamento di gas attraverso la diversificazione delle forniture.

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