Museo di San Marco a Firenze, Fra Angelico’s Communion: The Living Tableau

Armondo Linus Acosta, Fra Angelico’s Communion: The Living Tableau, still da film, courtesy The Academy of Film and the Arts

FIRENZE – Il confronto con la storia dell’arte è costante e continuo negli artisti contemporanei, meno nella cultura visiva degli autori cinematografici, sebbene in anni recenti anche il grande schermo ha offerto interessanti citazioni e non di maniera, come nel caso della produzione di Lars Von Trier.

Di solito nelle nuove produzioni lo sguardo sul passato si assume come spunto per riflessioni sulle questioni della contemporaneità o sulla stessa arte.

Caso diverso è quello del regista statunitense Armondo Linus Acosta che ricorre alle opere del passato perché mosso – come sottolinea spesso – da un forte senso del mistico.

Da sin. il Direttore del Museo Angelo Tartuferi, il regista Armondo Linus Acosta, il Direttore Polo Museale della Toscana Stefano Casciu all’inaugurazione

Dunque la pratica della riscrittura visiva delle grandi opere sacre si traduce – nelle intenzioni dell’autore – in esercizio di contatto spirituale con lo spettatore, attraverso l’uso di un linguaggio che vuole essere più popolare per un pubblico contemporaneo ( “e forse può rendere vivo l’artista anche per gli altri, non solo essere parte della storia e dei libri di testo” afferma).

L’approccio è tipicamente americano, lontano dalla misura europea di frequentazione e conoscenza diretta dei grandi di Maestri dell’arte, e risente senza dubbio della cultura del remake cinematografico. 

Che cosa è allora Fra Angelico’s Communion: The Living Tableau, in mostra fino a Pasqua al Museo di San Marco a Firenze?

L’opera filmica – riscrittura dell’affresco Comunione degli Apostoli di Beato Angelico presente nel museo – sviluppa un’ambientazione lontana dall’originale in termini di cromatismo e di atmosfera, si concentra particolarmente sulla figura della Madonna e – grazie al linguaggio usato e a una fotografia che esalta i toni caldi scelti – conduce lo spettatore in una dimensione di coinvolgimento quasi ambientale, un’ipotesi di abbraccio ben diverso dall’affondo interiore che suscita l’opera parietale di Beato Angelico. 

La lettura incrociata di quest’opera di Acosta con la precedente The Last Supper: The Living Tableau dall’Ultima Cena di Leonardo – e le produzioni giovanili commissionate dal Vaticano (cortometraggi dedicati ai Salmi) – mostra una prospettiva che afferisce a un percorso personale del regista, una privata tensione verso la spiritualità e verso Dio, di rimembranza ruskiniana, privata del figurativismo naturalistico e immersa nell’ iconografia sacra.

Si potrebbe quasi definire Fra Angelico’s Communion: the Living Tableau un “tratta da”, un film da una sceneggiatura non originale, piuttosto che una “ricreazione” come la definisce l’autore; è  un’opera altra, ispirata al Beato Angelico, che si muove lungo l’eterno percorso dell’arte quale esercizio di elevazione a Dio.

Fra Angelico’s Communion:  The Living Tableau

ideato e diretto da Armondo Linus Acosta 
una produzione di The Academy of Film and the Arts

Firenze – Museo di San Marco

Piazza San Marco, 3

Biblioteca monumentale di Michelozzo fino al 26 febbraio sul grande schermo

Refettorio piccolo fino al 9 aprile in monitor

Giorni e orari di ingresso a questo LINK

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