No agli sgomberi, grave violazione dei diritti di chi è povero

MILANO – Istituzioni e associazionismo cercano scuse per attuare sgomberi indiscriminati, che colpiscono le comunità più indigenti ed escluse, spesso di etnia Rom.

L’ideologia pro-sgomberi si diffonde a macchia d’olio e fa comodo tanto alle forze politiche, che approfittano dell’intolleranza per ottenere consensi, quanto a organizzazioni sedicenti “umanitarie”, che incamerano fondi, privilegi, spazi sui media, amicizie politiche gettando a mare – come si suol dire – i Rom emarginati, ovvero quei Rom che sono “scomodi” anche per l’associazionismo, perché sono invisi all’opinione pubblica, alle autorità e agli enti che erogano fondi sociali in quanto hanno un immagine associata all’accattonaggio, all’occupazione di spazi pubblici e a tradizioni poco comprese dai benpensanti. Ai fautori degli sgomberi, che discriminano il popolo Rom in due categorie e negano i diritti a quella in difficoltà socio-economica, i veri difensori dei diritti umani devono dire: no! No alle associazioni opportuniste. No ai governanti e ai politici che cavalcano l’intolleranza e fanno degli sgomberi uno strumento elettorale. No alle istituzioni europee che – dopo essersi sbarazzate di voci importanti come Viktoria Mohacsi, Els De Groen o i Radicali – si spostano pericolosamente verso il “partito degli sgomberi”. Le leggi europee sono chiare (e ne invieremo volentieri copia alle autorità o agli attivisti che ce le chiederanno) e affermano senza ombra di dubbio che non si possono sgomberare famiglie in difficoltà se prima non si sia trovata una soluzione di alloggio e di assistenza sufficiente a garantirne la sicurezza e una vita dignitosa. Chi sostiene un’ideale europeo, dunque, deve porsi a fianco dei Rom emarginati e resistere insieme a loro, con le armi della nonviolenza e della Legge, contro le calunnie degli opportunisti, l’intolleranza dei potenti e la carica distruttiva delle ruspe. 

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