Roma film fest 18. Anna Magnani, ritratto di un’icona

La scena dura pochi secondi: la sceneggiatura indica esterno notte, l’inquadratura è il portone di palazzo Altieri, in piazza del Gesù, dalla parte opposta c’è palazzo Cenci Bolognetti, sede storica della Democrazia Cristiana, a fianco la chiesa del Gesù. Il portone è socchiuso, Anna Magnani l’ha appena aperto, ha ancora le chiavi in mano.

Davanti a lei Federico Fellini sta sciorinando il suo repertorio di seduttore e parla senza fermarsi, spingendo senza apparire il portone che la Magnani tiene saldamente socchiuso. Non è detto in modo esplicito, ma è evidente che alla fine di una giornata di frequentazione, il regista vorrebbe finire la serata salendo con l’attrice in casa sua. 

E quando lo dice chiaramente, “Dai, Nannarella, fammi entrare…” lei chiude l’argomento con un lapidario “A Federì, ma va a dormì, va”. Non sono due attori che recitano una parte, sono proprio loro, la Magnani e Fellini, in un cammeo che il regista ha voluto mettere nel finale di Roma, il film che girò nel 1972 sulle mille sfaccettature e simboli di Roma. E la Magnani non poteva mancare. L’anno dopo, a 65 anni Anna Magnani morì, quella è la sua ultima apparizione sul grande schermo. 

A mezzo secolo di distanza, la festa del cinema di Roma le rende omaggio mettendo un suo primo piano come foto ufficiale e allestendo, come ha sempre fatto con i grandi del cinema, una mostra fotografica che sta riscuotendo molto successo. E non poteva essere altrimenti: se c’è un nome che lega il cinema a Roma quello è Anna Magnani, l’attrice oggi giustamente celebrata che in vita qualcuno dice sia stata in parte sottovalutata. 

Anche se gli americani le dettero l’Oscar per La rosa tatuata. E molto si deve al suo caratteraccio, che l’ha spinta a mandare a… dormire più d’un regista. A cominciare da Roberto Rossellini quando nel pieno di una burrascosa relazione ebbe l’ardire di preferirle la new entry Ingrid Bergman, arrivata fresca fresca dagli Stati Uniti. 

Anna Magnani

Anna Magnani ne soffrì parecchio anche se non volle mai ammetterlo. Sposò un regista, Goffredo Alessandrini, fu amata da un attore, Massimo Serato, ebbe un figlio menomato che fu la sua croce.

Era una donna di grande sensualità, nonostante non fosse una bellezza: le occhiaie marcate, il colorito terreo, le gambe troppo magre, forte di fianchi, vantava un bellissimo décolleté che ebbe modo di mostrare in alcune foto di scena che per qualche anno girarono fra i paparazzi dell’epoca. 

Ma aveva gran fascino a dimostrazione di una vita sentimentale piuttosto movimentata. Ma prima il teatro, poi il cinema, infine la televisione erano il suo vero mondo sul palcoscenico o sul set si trasformava, la sua maschera era inconfondibile. Come frequenti erano le sue sfuriate. 

Visse gli ultimi anni da sola, con la sola compagnia, a palazzo Altieri, di un corvo indiano col quale diceva di fare lunghe chiacchierate. In effetti dalla gabbia che lo rinchiudeva l’uccello parlava anche troppo. Se al citofono, un visitatore si annunciava e la Magnani a rispondeva, “Sali” aggiungendo dopo aver chiuso il microfono “Ecco il rompipalle”, il merlo che era anche un bravo imitatore, quando il nuovo arrivato entrava in casa cinguettava “Ecco il rompiballe!”. 

E Nannarella, lungi dall’essere imbarazzata, se la rideva di gusto. Un giorno quel merlo mattacchione trovò la gabbia aperta e volò via dalla finestra nel cielo di Roma. La Magnani era disperata: chiamò il Messaggero che per giorni pubblicò la notizia, invitando i lettori a dare la caccia incruenta al merlo indiano. In breve tutta Roma si mise alla ricerca del fuggiasco, non mancarono ingenui sciacalli che tentarono di appioppare all’attrice uccelli di tutte le specie spacciandoli per il merlo. Figurarsi l’ira funesta di Nannarella che li mandò tutti al diavolo. 

Per la cronaca, il merlo non fu mai ritrovato, e ben presto la Magnani lo rimpiazzò con altri arrivando ad averne in casa una mezza dozzina. Erano loro a riempire la sua solitudine di donna che della vita era rimasta delusa, non solo del cinema: “Non sono una grande attrice – diceva di sè stessa – ma ho seguito questa carriera perché sentivo il bisogno di essere amata, di ricevere tutto l’amore che avevo mendicato nella vita”.

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