ROMA – Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes, registi di San Damiano, raccontano così il seme da cui è nato il loro potentissimo documentario: “Dopo un anno di volontariato distribuendo pasti ai senzatetto con la comunità di Sant’Egidio, una sera, spinti dal desiderio di conoscere più a fondo questa realtà, abbiamo deciso di trascorrere una notte a Termini”.
“Poco prima di coricarci – continuano Sassoli e Cifuentes – si avvicina un giovane polacco con una curiosa inflessione calabrese, Damian. Con una barzelletta riesce a rompere immediatamente il ghiaccio e, quasi come un mago, ci rivela di non dormire per terra come gli altri, ma di aver trovato un rifugio sopraelevato che chiama ’la mia torre’ “.
“Affascinati dalla personalità carismatica e dalla sua energia contagiosa, abbiamo intrapreso un viaggio nella sua vita (…) Per due anni abbiamo frequentato quotidianamente la stazione Termini (…) Grazie a Damian – spiegano – ci siamo addentrati in modo profondo nel mondo dei senzatetto …”.
La capacità da parte dei due registi di tale esperienza diretta con una realtà dalla quale i più fuggono per paura, è ciò che nutre la forza del film: non si può dubitare che non sia vero, non si può non riflettere che agli inizi del terzo millennio, mentre i ricchi sono sempre più ricchi, le corti dei miracoli si rifondino come un tempo nelle capitali europee.
Gregorio Sassoli e Alessandro Cifuentes hanno stabilito un dialogo con un polacco di trentacinque anni, Damian, che non ha mai avuto una vera famiglia ed è arrivato a Roma con il sogno di fare il cantante e, non volendo vivere per strada, si è rifugiato in uno dei bastioni delle Mura Aureliane che dividono San Lorenzo dalla Stazione Termini.
Ma Damian, San Damiano come lui si attribuisce, è solo simbolo delle tante vite non sorrette nella fase di formazione, che oggi si trascinano sperando che tutto questo abbia una fine.
Attorno a Damian c’è una società di diseredati che affogano nell’alcol la fatica di stare al mondo, consumando i giorni che gli è dato sopravvivere. Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes ritraggono una realtà che raramente è stata ripresa e che arriva allo spettatore come un salutare pugno nello stomaco perché, di questa tragedia lungo le nostre strade, dalla quale fuggiamo con un misto di raccapriccio e indifferenza, in fondo siamo tutti responsabili.
Data di uscita:N.D.
Genere:Documentario
Anno:2024
Regia:Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes
Paese:Italia
Durata:86 min
Sceneggiatura:Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes
Fotografia:Gregorio Sassoli
Montaggio:Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes, Cecilia Zanuso
Musiche:Cosimo Damiano
Produzione:Red Sparrow