CANNES – Enrico VIII, morto a Londra nel 1547 a cinquantasei anni, è uno dei sovrani più noti della dinastia Tudor e della storia inglese.
Fu il fondatore della chiesa anglicana, nata dallo separazione da quella cattolica. Uomo dalle grandi collere e dai grandi appetiti, si sposò sei volte e cinque delle sue mogli furono da lui condannate a morte.
L’ultima, Katherine Parr, riuscì a evitare questa brutta fine ed è lei la protagonista del film di Karim Aïnouz, già noto per il successo de “ La vita invisibile di Euridice Gusmao “. In Firebrand il regista brasiliano cuce un dramma su Katrine Parr – liberamente tratto dal libro di Elizabeth Fremantle “La mossa della regina” – cui attribuisce tratti femministi in un film classico che ha il fascino dei grandi romanzi d’appendice, dove i fatti storici contano meno delle interpretazioni e delle suggestioni.
“Firebrand”, in corsa per la Palma d’oro, narra la sotterranea e abile strategia di questa consorte nel contenere le collere del re malato e paranoico, al fine di riuscire a salvarsi la pelle. La regina, nel film di Aïnouz, è descritta come una donna moderna, la cui influenza sul sovrano diventa determinante, addirittura in grado di fare la storia.
Il pregio di “Firebrand” sta tutto nel contesto sontuoso di scenografie e costumi, nella decisa godibilità della narrazione capace di trasmettere paure, passioni e conflitti. Nella forza degli attori: in particolare Jude Law, irriconoscibile nei panni di un Enrico VIII corpulento, vecchio e sfatto, in questo film tocca un apice interpretativo mai raggiunto prima.
Genere:Drammatico, Storico
Anno:2023
Regia:Karim Aïnouz
Attori:Alicia Vikander, Jude Law, Eddie Marsan, Sam Riley, Amr Waked, Ruby Bentall, Erin Doherty, Bryony Hannah, Patsy Ferran, Simon Russell Beale, Ashleigh Reynolds
Paese:Gran Bretagna
Distribuzione:Vertice 360
Sceneggiatura:Henrietta Ashworth, Jessica Ashworth
Fotografia:Hélène Louvart
Musiche:Dickon Hinchliffe
Produzione:Brouhaha Entertainment, MBK Productions, Magnolia Mae Films