Quando dici Il padrino devi precisare: il film capostipite, quello con Marlon Brando?
Il secondo con Al Pacino del 1974? O il terzo che Coppola diresse nel 1990? Andrebbero visti tutti e tre, uno dopo l’altro, come un unico film diviso in tre parti, come fu per Novecento di Bertolucci, tanto era lungo che sugli schermi arrivò diviso in due.
Comunque sia, uno o trino, il capolavoro di Coppola, regista americano di chiara origine italiana (e quindi con la necessaria sensibilità per trattare una materia difficile come la mafia italo-americana), è da cinquant’anni nella storia del cinema, e giustamente il festival di Cannes la sera del 21 maggio lo offre in omaggio ai suoi spettatori che si spingeranno sulla sabbia della spiaggia del palazzo del cinema. Un Padrino sotto le stelle, dunque, che manterrà intatto il suo fascino tenebroso.
La storia è stranota: quando nell’immediato dopoguerra muore don Vito Corleone che a lungo ha dominato la “famiglia” impegnata nel più diverso e lucroso malaffare di quell’epoca che qualcuno definì romantica, la mano passa al figlio, che dapprima riluttante poi convinto, prosegue la carriera del padre. Sono le pagine dell’omonimo romanzo di Mario Puzo, altro italo-americano di ingegno, che quando uscì nel 1969 suscitò profonda emozione negli ambienti colti di qua e di là dell’Atlantico. E il filmone di Coppola non ha fatto che riacutizzare l’argomento mafia, oggi diverso dagli anni Sessanta, ma ugualmente micidiale. Il regista adesso ottantatreenne ha il merito di aver ricostruito con innegabile maestria un’epoca ormai tramontata. Oggi non sarebbe più possibile girare un nuovo Padrino, come non si potrebbe rifare con uguale successo un nuovo Via col vento. In questo il cinema è onesto, sono rari i casi in cui imbroglia lo spettatore. O, meglio, sono corretti i suoi migliori registi, quelli che scavano, analizzano e restituiscono epoca, ambiente e personaggi, come un buon vino mantiene intatto il sapore della vigna da cui proviene.
con Marlon Brando, Al Pacino, Robert Duvall, James Caan, Diane Keaton, Sterling Hayden, Talia Shire, Al Lettieri.