Crolla parte della copertura dell’Abbazia Normanna di Monreale. L’intervento era recente

PALERMO – Ancora pezzi di storia che vengono trascurati o mal conservati. Questa volta tocca ad una parte del tetto del complesso abbaziale arabo-normanno di Monreale, celebre per i suoi mosaici e meta di migliaia di turisti che ha ceduto ieri pomeriggio.

A darne la notizia è stato il sindaco della città alle porte di Palermo, Filippo Di Matteo, che si è recato sul posto dove le squadre dei vigili del fuoco hanno recintato l’area del crollo, nel settore laterale tra il Duomo ed il Chiostro dei Benedettini. «Si è verificato soltanto uno scivolamento di parte della copertura delle falde che coprono la struttura, nel lato nord, quello prospiciente il chiostro del Duomo»  ha detto il sovrintendente ai Beni culturali di Palermo, Gaetano Gullo, che oggi è tornato sul posto, dove era andato già ieri, mentre i vigili del fuoco stanno compiendo le verifiche per appurare le cause dello scivolamento. «Ieri – continua Gullo – la Sovrintendenza è immediatamente intervenuta, insieme ai vigili del fuoco che hanno compiuto una verifica della struttura escludendo ogni rischio di cedimento.

Adesso c’è da capire come sia stato possibile quanto avvenuto in una struttura restaurata circa quindici anni fa. I vigili del fuoco hanno anche appurato che non c’è alcun pericolo per i visitatori. Il chiostro del Duomo di Monreale resterà aperto ai turisti. Soltanto l’ala prospiciente la parte del tetto scivolato sarà transennato per precauzione». Tranquillizzante il sottosegretario ai Beni Culturali Riccardo Villari che ha commentato come «il crollo di ieri non ha interessato alcuna struttura antica dell’Abbazia, ma solo parte di una copertura recentemente costruita. Nonostante ciò il Ministero assicurala massima collaborazione e disponibilità per la tutela di una delle più importanti testimonianze arabo-normanne che il mondo intero ci invidia».

Sempre più spesso i lavori che vengono effettuati sui Beni storico-architettonici, nonostante l’obbligo di controllo da parte delle Soprintendenze, sono carenti nei requisiti minimi di durabilità e di rispetto delle strutture preesistenti. L’uso di materiali e tecniche improprie in riferimento all’essenza propria del manufatto originario, giustificato con l’adozione di accorgimenti tecnologicamente più moderni, destruttura le opere con conseguente sopraccarico delle stesse o non rispondenza a determinati criteri di omogeneità. È ciò che ancora non si è compreso in Italia, dove l’opera di restauro deve essere affidata non al singolo architetto ma ad un’equipe di tecnici che partendo dall’analisi dei materiali, alle tecniche costruttive fino allo studio dei consolidamenti, sappiano trovare il giusto equilibrio.

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