Catturato l’attentatore di Brindisi. Il killer confessa: ho messo io la bomba

BRINDISI – L’uomo che da oggi pomeriggio si trovava sotto interrogatorio alla Questura di Brindisi perchè identificato come il presunto responsabile dell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, avvenuto il 19 maggio scorso, nel quale morì la studentessa Melissa Bassi, avrebbe confessato.

Da quanto si apprende l’uomo, un imprenditore di 68 anni originario di Copertino in provincia di Lecce,  avrebbe ammesso  le sue colpe, confessando di aver agito per vendetta personale.  In  pratica ci sarebbe una confessione rilasciata ai magistrati. «Sì, quella bomba l’ho fatta io da solo. L’ho pensata e l’ho costruita». È quanto avrebbe detto Giovanni Vantaggiato, l’attentatore di 68 anni che ora si trova in stato di fermo. Lo stesso procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, ha confermato  che  il presunto autore dell’attentato di Brindisi è stato fermato.

Da quanto si apprende il  fermato  è sposato ed ha due figlie. A Lecce sono giunti il vice della polizia, Franco Grattieri, il capo dello Sco, Gilbero Caldarozzi ed il vice del Ros, generale Mario Parente. L’uomo avrebbe agito per colpire la giustizia, perchè in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Avrebbe così covato una sete di vendetta, e la mattina del 19 maggio forse voleva colpire, con le tre bombole che hanno ucciso la giovane studentessa e ferito altre cinque studentesse, proprio il Trinunale di Brindisi. Ma troppo sorvegliato, avrebbe ripiegato sulla scuola, che guarda caso, si trova poco distante dal palazzo di giustizia.

«L’importante e definitiva svolta dell’indagine sull’attentato a Brindisi è il risultato del grande lavoro della magistratura e della splendida collaborazione e sinergia tra carabinieri e polizia». Lo ha detto il Capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli. Il prefetto ha voluto fare i complimenti al procuratore Cataldo Motta «e a tutti i magistrati che si sono impegnati in questa indagine con passione e competenza e a dispetto di tutte le teorie emerse in questi giorni». All’indomani dell’esplosione avvenuta davanti alla scuola di Brindisi dove ha perso la vita una giovane studentessa, il Capo della polizia fece una promessa: «non daremo tregua ai responsabili».

«Ancora una volta ha trionfato la splendida sinergia, consolidata negli anni, fra polizia e carabinieri». Così  Manganelli, commenta il fermo di Giovanni Vantaggiato per la bomba di Brindisi. Per Manganelli «si tratta di una svolta definitiva nelle indagini, a dispetto delle più svariate teorie emerse in questi giorni». Il prefetto si è congratulato con i magistrati che hanno condotto le indagini, in particolare con il procuratore Cataldo Motta e tutti i pm impegnati per la professionalità dimostrata.

A questo punto – come aveva anticipato il capo della Polizia Manganelli – vengono esclusi il movente terroristico e quello della criminalità organizzata, che avevano determinato l’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e l’inchiesta sull’attentato alla scuola Morvillo Falcone è destinata ad altra sede.
È verosimile che a conclusione dell’udienza di convalida del fermo, il gip emetta ordinanza di custodia cautelare nei confronti del presunto responsabile dell’attentato e contestualmente dichiari l’incompetenza della magistratura di Lecce e la trasmissione del fascicolo giudiziario a Brindisi per il prosieguo dell’attività giudiziaria.  Se, però, nel corso dell’inchiesta emergesse un coinvolgimento di magistrati di Brindisi quali parte lese – come lascerebbe prefigurare uno dei possibili moventi ipotizzati – l’inchiesta prenderebbe la strada di Potenza, competente per i procedimenti nei quali sono coinvolti magistrati in servizio nel distretto della Corte d’Appello di Lecce, di cui Brindisi fa parte.

 

 

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