Ancona. Uomo sgozzato. Il movente: aveva offeso la vicina

ANCONA  – Una vendetta causata dai dissapori con la vicina di casa albanese, che si era sentita offesa nella sua onorabilità. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Luigi Taurino, il commerciante pugliese di 35 anni sgozzato a Passo Ripe di Senigallia (Ancona) il 20 ottobre, a pochi passi dal condominio in cui viveva con moglie e figlio, in un appartamento di fronte a quello della vicina.

A meno di cinque giorni dal delitto, i carabinieri del Reparto operativo di Ancona hanno fermato con l’accusa di concorso in omicidio volontario la donna albanese, Suela Arifaj, 23 anni, e un suo connazionale e amico, Marku Jatmir, 24 anni, mentre il fratello di lei, Myrteza Arifaj, 34, è riuscito a scappare in Albania, dove ora è ricercato. Suela – hanno spiegato in una conferenza stampa il comandante del Reparto operativo col. Luciano Ricciardi, il comandante provinciale col. Liviano Marino, e il procuratore Elisabetta Melotti – vive da un paio di anni in Italia, insieme al marito, un imprenditore italiano originario dell’Abruzzo, e ai due figli piccoli. Sono invece giunti appositamente a Ripe dall’Albania il fratello e l’amico di lei coinvolti nell’omicidio: Taurino non conosceva i due uomini, e, così ha raccontato agli investigatori prima di morire, quando è stato aggredito per strada ha pensato a una rapina. Fra la famiglia del commerciante di Cerignola e Suela c’erano già stati contrasti in passato. Ma il marito della donna non sospettava che la moglie coltivasse propositi di vendetta.

 

La sera del delitto l’imprenditore era fuori città, e stamani all’alba, quando a Ripe i carabinieri hanno bussato alla porta per arrestare la moglie e l’amico, che in quel momento era loro ospite, è caduto dalle nuvole. Le singole responsabilità dei tre albanesi sono ancora da chiarire, ma secondo le prime ipotesi – e le parziali ammissioni dei due fermati – sarebbe stata Suela la mandante di quello che doveva essere un semplice  avvertimento nei confronti di Taurino (come dimostra la ferita di sfregio al volto), e che poi si è trasformato in un assassinio, cui la donna non avrebbe assistito. A sferrare il colpo mortale alla gola del commerciante sarebbe stato Myrteza Arifaj, mentre Marku Jetmir si sarebbe limitato a un ruolo di supporto. L’arma non è stata ritrovata. Oggi l’autopsia sul cadavere.

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