Ti do un bel voto se fai sesso con me. Arrestato professore

PIACENZA – Chiedeva sesso alle alunne in cambio di voti scolastici. Pesantissime le accuse con le quali è stato arrestato un professore di Piacenza P.V di 46 anni: atti sessuali con minorenne (sotto i 16 anni) con l’aggravante dell’affidamento per motivi di istruzione, cui si aggiunge un ulteriore tentativo di violenza messo in atto nei confronti di un’altra minore. Il 46enne adescava le studentesse su Facebook. Ad accorgersi che qualcosa non andava, i compagni di classe delle ragazzine.

Inoltre il docente,  che secondo gli investigatori oltre alla scuola aveva altre attività lavorative e si occupava di insegnamento praticamente solo per occuparsì delle studentesse, ‘agganciavà le ragazze selezionandole in base al loro aspetto e cominciando poi una ‘tattica di avvicinamentò fino a chiedere loro un appuntamento per uscire.
Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati compagni di classe, che lamentavano voti inadeguati rispetto alle compagne carine.
Al termine dell’indagine della Squadra Mobile – denominata ‘The monster of the web’- l’insegnante è stato arrestato con l’accusa di atti sessuali con minori, aggravato dal suo ruolo di docente. In particolare la polizia lo accusa di aver plagiato una quattordicenne.

Le indagini della squadra mobile di Piacenza, con l’ausilio della Polizia postale, hanno accertato – tra il dicembre 2010 e il gennaio 2011 – gli approcci su Facebook con la prima studentessa minorenne: sesso orale in cambio della sufficienza in informatica. Proposta rifiutata dalla ragazza, seguita da minacce sempre via social network del professore se non avesse riferito alle compagne (con le quali si era confidata) di avere male interpretato le sue richieste.
È poi emersa – dall’ottobre 2011 – una relazione con un’altra alunna a cui proponeva – sempre via Facebook – possibili incontri sessuali. In particolare, è stato accertato che
l’uomo, con la sua auto, si era poi recato a uno degli appuntamenti consumando anche un rapporto completo. Per non essere identificato su Facebook, P.V. cambiava spesso l’account utilizzato per chattare, facendolo modificare anche all’alunna minorenne. Strategia che consentiva all’uomo di incontrarsi con la ragazzina in luoghi stabiliti, senza essere visti e scoperti.

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