ROMA – Da oggi stop ai contanti oltre i mille euro. Entra, infatti, in vigore la norma del decreto ‘salva-Italia’ sulla tracciabilità dei pagamenti, tanto voluta dal governo Monti.
A farne le spese maggiormente sono stati i pensionati, che questa mattina giunti alle Poste per ritirare la consueta pensione, si sono visti costretti ad aprire un conto corrente postale o bancario, anche per pochi spiccioli superiori ai mille euro.
D’altra parte la norma impone che oltre quella soglia è obbligatorio aprirne uno. Facce incredule e anche un po’ irritate, degli anziani, molti dei quali erano abituati a ritirare l’esiguo gruzzoletto e farlo durare fino al prossimo primo del mese.
“Potevano farlo per le pensioni più alte”, borbotta un signore in attesa allo sportello di una delle tante poste dell’hinterland romano. “Percepisco 1.042 euro di pensione al mese e ora mi tocca fare un conto corrente contro la mia volontà e per di più per una somma davvero esigua che è già tracciata dall’Inps. A che cosa serve questa norma? E’ una vergogna … sto aspettando da tre ore per ritirare quello che mi spetta dopo 40 anni di lavoro”.
Insomma qualcuno non l’ha presa proprio bene anche perchè aprire un conto corrente ha un costo. E così sembra che alcune banche abbiano subito pensato di non far pagare ai pensionati correntisti, in base all’indicatore Isee e alla pensione percepita, fino ai 1.500 euro addirittura gratis.
“Ma figuriamoci se le banche ti regalano il conto corrente senza spendere una lira”… commenta una pensionata di 74 anni. “E se lo fanno, magari oggi ti dicono che è gratis e tra un po’ si fanno pagare. La banca non fa niente per niente, non è mica la Caritas”.
“Mi sa che questa mossa è l’ennesimo regalo alle banche del governo Monti”, replica un altro pensionato di 73 anni.
Nel frattempo c’è chi aspetta ancora la cosiddetta patrimoniale di cui non c’è traccia, in barba alla tanto decantata equità socio economica che doveva essere di garanzia per tutti. Insomma, il governo adotta sempre la famosa frase di Petrolini: “Tassiamo i poveri, hanno poco, ma sono tanti”.