Megatruffa nel settore dei prodotti biologici

VERONA – I militari del comando di Verona hanno sequestrato diverse tonnellate di prodotti alimentari falsamente biologici che venivano commercializzati  come tali  corrispondenti a circa il 10 % dell’intero mercato nazionale.

L’indagine riguarda una gigantesca frode nel settore della vendita di prodotti biologici che  ha portato al sequestro di oltre 2500 tonnellate di merce (frumento, favino, soia, farine e frutta fresca principalmente).

Scoperto inoltre un volume di di transazioni impressionante con un giro di fatture false per oltre 200 milioni di euro.  Sette le persone arrestate, cinque uomini e due donne  tra Verona, Ferrara, Pesaro Urbino e Foggia  nell’ambito dell’operazione denominata  ‘Gatto con gli stivali’ condotta  dalla Guardia di Finanza di Verona.  Le persone arrestate sono accusate di frode in commercio, associazione per delinquere, falso materiale ed emissione di fatture inesistenti. La frode accertata dalle fiamme gialle, nel corso di questa indagine durata oltre un anno, sarebbe andata avanti almeno dal 2007. Gli arrestati, titolari di aziende e in un caso dipendenti di un ente di certificazione alimentare, sono tre veronesi, due marchigiani, un pugliese e un emiliano. Nel corso di questi anni, secondo quanto evidenziato dalle verifiche sulla tracciabilità dei prodotti immessi sul mercato, sarebbero stati distribuiti con etichetta ‘biologico’ prodotti provenienti da Paesi terzi, come la Romania, o destinati ad altro tipo di alimentazione o più semplicemente frutto di coltivazioni normali. Il tutto per un valore di oltre 220 milioni di euro, pari a circa 7 milioni di quintali di prodotti immessi sul mercato.

Non ci sarebbero  tuttavia problemi di possibili danni alimentari,  almeno secondo quanto finora accertato. “Allo stato – rassicura infatti il comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Bruno Biagi – non ci sono elementi per dire che questi prodotti sono dannosi per la salute. Non ci risulta esserci pericolo, sulla base dei dati che abbiamo a disposizione,  per chi ha consumato questi prodotti”.

 

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