Accoltella il figlio e poi si uccide. L’uomo soffriva di depressione

OSIMO (ANCONA) – Ennesima tragedia sfociata tra le quattro mura domestiche. Un uomo di 60 anni ha accoltellato il figlio di 27 anni, poi è uscito sul pianerottolo e si è suicidato conficcandosi la stessa arma al petto.

E’ successo la scorsa notte verso le 23,30 a Osimo, in Via Cellini dove vivevano le vittime. Il sessantunenne si chiamava Giorgio Binci. I poliziotti hanno trovato il corpo del padre sul pianerottolo, al secondo piano, con il coltello ancora nel torace. Il figlio Alberto era invece nell’appartamento con un ferita sanguinante al fianco. Dal racconto del giovane e da quello di alcuni vicini che erano presenti, gli agenti hanno ricostruito la dinamica del fatto. Il sessantunenne soffriva da tempo di sindrome depressiva e sarebbe stata questa a far scattare il litigio e l’aggressione. Dopo le prime cure da parte del 118, Alberto Binci è stato trasportato all’ospedale di Torrette di Ancona e sottoposto ad un intervento chirurgico. La salma del padre è stata invece sottoposta a ispezione cadaverica su disposizione del pm di Ancona Marco Pucilli e si trova ora nella camera mortuaria, sempre del nososocomio di Torrette.

 

I residenti sono ancora sotto choc, tra loro c’è chi conosceva Binci «da 35 anni» e non ha mai notato «alcun problema». Padre e figlio vengono descritti da tutti come «tranquilli e riservati, anche durante le riunioni di condominio». Alberto, precario, aveva da poco trovato lavoro come cuoco in una pizzeria per l’estate. Il padre Giorgio era in pensione da tempo: prima faceva l’impiegato presso una fabbrica di cucine della zona. La moglie, da cui viveva separato da una quindicina di anni, gestiva un negozio di abbigliamento presso un centro commerciale e ora non vive più a Osimo. Una vita di assoluta normalità. L’unico incidente degno di nota – ricorda la tabaccaia che ha il negozio lì vicino – risale alla grande nevicata di febbraio: l’Audi condotta da Alberto era scivolata sulla strada ghiacciata ed era finita in un giardino sottostante, sfondando una ringhiera. Una delle ultime persone ad avere visto Giorgio Binci, ieri mattina, era stata la badante di un’anziana che vive nello stesso stabile. «Stava portando via i rifiuti, mi ha salutato – dice oggi – era tranquillo».

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