Terracina. Panico in spiaggia. Freddato boss della camorra

Infiltrazioni mafiose nel basso lazio. L’Associazione Caponnetto: “E’ la politica la vera responsabile”

TERRACINA (LATINA) – Omicidio questo pomeriggio attorno alle 17 allo stabilimento balneare di Terracina “La sirenella”, dove un uomo è stato freddato da sei colpi di arma da fuoco. Secondo una prima ricostruzione, la vittima, Gaetano Marino di 48 anni, detto ‘Moncherinò, un pregiudicato legato alla camorra originario della Campania, è stato raggiunto da due sicari che  hanno esploso diversi colpi.

L’ipotesi è che si tratti di un vero e proprio regolamento di conti tra malavitosi, infatti Marino è ritenuto il boss del clan degli scissionisti. I colpi delle pistole sparate dai due killer a bruciapelo hanno scatenato il panico tra un fuggi fuggi generale. Sul posto sono intervenuti gli agenti che avrebbero bloccato un uomo, mentre un secondo, forse il complice, è riuscito a fuggire. La polizia sta svolgendo tutti i rilievi del caso e ascoltando i numerosi testimoni che hanno assistito alla scena. Non ci sarebbero altre persone ferite nè, al momento, è stato fermato qualcuno.

La vittima

Gaetano marino, la vittimaMarino, 48 anni, era il fratello di Gennaro Marino, detenuto in regime di carcere duro, artefice della secessione del 2004 dal clan Di Lauro che diede vita agli Scissionisti e provocò decine di morti tra i quartieri di Scampia e di Secondigliano, a Napoli. Ultimamente Gaetano Marino si sarebbe avvicinato ai Vinella-Grassi, gruppo che contende alcune piazze di spaccio della droga a Scampia alle famiglie Abete, Notturno e Abbinante. Doveva il soprannome ‘Moncherinò al fatto di aver perso entrambe le mani nello scoppio di un ordigno. Nel febbraio scorso Marino era stato al centro di un caso televisivo: su Facebook lo scrittore Roberto Saviano aveva denunciato la sua presenza in prima fila al Teatro Politeama di Catanzaro durante una serata registrata e poi andata in onda su Rai 2 nel 2010, in cui aveva cantato la figlia 12/enne del boss.

Il Lazio a forte presenza di criminalità organizzata

La criminalità organizzata di stampo mafioso non sono una novità a Terracina. Almeno per l’Associazione Caponnetto, che da anni è impegnata contro le illegalità e le mafie. Recentemente un’operazione della Dia  che ha interessato Terracina e San Felice Circeo aveva portato al sequestro di immobili e terreni. Un blitz che ha evidenziato, ancora una volta  quanto sia alto e solido il livello di penetrazione della camorra in questi territori del basso Lazio.

“Sono decenni che tutta l’area centrale pontina, da Fondi a Terracina, a San Felice Circeo e Sabaudia, è sotto l’attacco della criminalità organizzata mafiosa”, si legge nel sito dell’Associazione.
“Il duro confronto che avemmo qualche anno fa con l’ex Sindaco di Terracina davanti alle telecamere di un’emittente televisiva locale ci confermò l’enormità delle dimensioni delle responsabilità oggettive di una classe politica che ancora oggi si ostina a non voler prendere atto del problema “mafie”, problema che, al contrario, dovrebbe essere considerato la prima emergenza nel calendario e nei programmi politici ed amministrativi.
Ecco perché noi non ci stancheremo mai di denunciare che il problema mafie è un problema tutto e solo politico. Se si gira intorno a questo problema, per non affrontarlo, significa non volerlo risolvere”.

 

Quello di Marino è il secondo omicidio legato alla criminalità organizzata in pochi giorni. Il 26 luglio scorso, infatti, un esponente del clan Mocciato è stato ucciso con cinque colpi di pistola nel centro di Nettuno, sempre in provincia di latina.

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