Grillo-Favia. Formigli si difende. L’intervista non era combinata. Il consigliere sotto minacce

ROMA – Corrado Formigli si difende dai sospetti che dietro il fuorionda di Giovanni Favia sulla scarsa democrazia nel Movimento 5 Stelle trasmesso il 6 settembre scorso ci fosse una combine con lo stesso consigliere grillino: «Vorrei dire a chi ha diffuso queste voci – ha detto in apertura di puntata – che è una ipotesi spazzatura, dovrebbe vergognarsi chi mette queste voci in giro. E ora si metta una mano sulla coscienza chi diffonde certi sospetti perché da oggi ci sono delle minacce di morte a Favia».

Formigli ha difeso anche la scelta di aver mandato in onda lo sfogo di Favia due mesi dopo averlo registrato, il 5 giugno scorso: «Le parole di Favia a Otto e Mezzo lunedì scorso sono chiare, i contenuti della sua denuncia sono gli stessi che aveva espresso nel fuorionda del 5 giugno. L’intervista è ancora di estrema attualità». Quindi il conduttore ha fatto sapere di aver ricevuto una «drammatica telefonata» da Favia, pochi minuti prima dell’inizio della puntata, in cui il grillino lo pregava di non mandare più in onda lo sfogo di giugno per via di minacce ricevute oggi: «Teme per la sua incolumità», ha spiegato Formigli.

Formigli quindi ha spiegato di non aver mandato in onda lo sfogo di Favia registrato solo due giorni prima dell’ultima puntata di Piazza Pulita prima della pausa estiva perché «non avevamo fatto un’inchiesta, avevamo solo quei tre minuti, non avevamo fatto verifiche, né verifiche legali, non avevamo fatto un lavoro di inchiesta giornalistico rigoroso».

«Tra fine agosto e settemnbre – ha aggiunto – abbiamo capito che il problema della democrazia tra i grillini esisteva, ce l’hanno confermato altre fonti del Movimento e siccome potrebbe eleggere in Parlamento oltre cento parlamentari pensiamo che gli elettori debbano sapere. Non è gossip, né voyeurismo. Gli elettori italiani hanno il diritto di conoscere i dettagli sulla più grande novità della politica italiana».

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