Gaza. 2 ergastoli per l’omicidio di Vittorio Ariigoni

GAZA – Due ergastoli e due condanne a 10 e a un anno di carcere. Queste le sentenze per il sequestro e l’omicidio di Vittorio Arrigoni, l’attivista filo-palestinese italiano ucciso nella Striscia di Gaza nell’aprile del 2011.

Un tribunale militare di Gaza ha condannato al carcere a vita il 23enne Mahmud al-Salfiti e il 25enne Tamer al-Husasna, gli estremisti salafiti che avevano confessato il loro coinvolgimento.
Un altro membro della cellula salafita Tawhid Wal Jihad, il 25enne Faruk Jerim, dovrà scontare 10 anni di carcere mentre un quarto, il 25enne Amer Abu Ghola, è stato condannato a un anno per aver fornito la casa in cui l’attivista dell’International Solidarity Movement (Ism) fu tenuto in ostaggio. Gli imputati rischiavano una condanna a morte ma gli stessi familiari di Arrigoni si earno detti contrari a questa eventualità.
Il processo si era aperto a settembre ma aveva subito numerosi rinvii. Gli imputati avevano confessato la loro partecipazione al sequestro ma avevano attribuito le principali responsabilità al capo del gruppo, il giordano Abdel Rahman Breizat, e a un altro membro della cellula, Bilal al Omari, entrambi uccisi pochi giorni dopo il sequestro in uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza di Hamas.  Vittorio Arrigoni era noto negli ambienti del pacifismo e della militanza filo-palestinese per il suo libro «Gaza: restiamo umani» scritto dopo l’operazione israeliana Piombo fuso nell’enclave palestinese.

Condividi sui social

Articoli correlati