ROMA – L’organizzazione Telethon questa volta si è rivolta ai cinesi per acquistare gadget e materiali pubblicitario come le t-shirt e le pettorine in tnt.
Ma l’idea, come ha riportato il Gazzettino di Padova, non è piaciuta a Cristian Fortin, titolare dell’impresa artigiana Nova Shopper, di Pernumia, che da tempo produce per la Telethon onlus. Quest’anno, però, è arrivata la disdetta da parte degli organizzatori, i quali hanno copmunicato a Fortin di aver optato per i prodotti cinesi.
Una scelta davvero incomprensibile per l’imprenditore padovano che non comprende la logica di delocalizzare una commissione che provoca l’impoverimento del territorio italiano e dei lavoratori.
Ma non solo. Telethon – precisa Fortin – “è un’organizzazione benefica che si preoccupava di ottenere dalla nostra azienda tutte le certificazioni del caso, come la legge impone”.
Il materiale cinese – secondo Fortin – non ha le certificazioni adatte, considerando le violazioni dei cinesi nel campo lavorativo, e quindi sul trattamento dei dipendenti, e soprattutto ambientale.
Insomma, per l’imprenditore, la contraddizione ci sarebbe tutta. Telethon chiede un contributo agli italiani nell’ormai consueto “30 ore per la vita”, e poi si scopre che compra dai cinesi a basso costo.
Telethon, che nel corso del programma “30 ore per la Vita” chiede a noi italiani un’offerta per aiutare la ricerca (italiana), non può permettersi – conclude – di utilizzare materiale cinese senza certificazioni e che rischia di essere stato prodotto a dispetto delle più elementari regole sul lavoro e sull’ambiente».