Studenti caricati e picchiati dalla polizia. I VIDEO

Cortei da Nord a Sud. Gli studenti contro i tagli all’Istruzione. Lo slogan che unisce molte città italiane, come Milano, Torino, Bologna, Palermo e Pisa recita: “Contro la crisi e l’austerità riprendiamoci la cultura e la città”. 

Cariche della polizia, lancio di uova e di fumogeni, ragazzi contusi fermati e denunciati. Questo è quanto accaduto nelle piazze di diverse città italiane dove una serie di manifestazioni studentesche hanno aperto  simbolicamente l’autunno delle rivendicazioni giovanili. Da Nord a Sud un coro di voci contro. Contro il  caro-libri, contro le banche, contro la privatizzazione della scuola pubblica e “la mercantilizzazione del sapere”. Questi i temi caldi all’origine dei cortei. In particolare sono poi i tagli all’Istruzione ad essere motivo di polemica  e scontento da parte dei ragazzi.

A Milano ci sono stati diversi momenti di tensione. Circa un migliaio i ragazzi in corteo. Molte le azioni dimostrative nei confronti degli Istituti di credito, della Siae e dell’Aie, l’associazione editori per contestare il costo dei testi scolastici. Un altro gruppo di studenti invece ha avuto un comportamento molto più radicale: sono andati in via Melchiorre Gioia, dove si trova Palazzo Lombardia e qui diversi con scudi di polistirolo e caschi, dopo aver lanciato uova e pietre, hanno cercato di forzare un cordone di sicurezza. Le forze dell’ordine hanno reagito con una carica di alleggerimenti per disperderli. Alcuni ragazzi sono rimasti contusi e uno di loro è stato denunciato.

A Torino secondo la Questura il bilancio è di 5 contusi e 15 fermati, sarebbe invece di 30 contusi per caduta a terra e due feriti a causa delle manganellate e delle cariche della polizia» il bilancio secondo la portavoce del Ksa, Kollettivo Studentesco Autonomo, organizzazione del corteo degli studenti.

Per uno di loro, che ha riportato una ferita lacero-contusa alla testa, è stato necessario l’intervento dell’ambulanza. La polizia ha inoltre fermato 15 manifestanti, tra cui gli stessi contusi, per identificarli. Il manifestante rimasto lievemente ferito ha rifiutato le cure e si è allontanato, mentre gli altri colpiti dai manganelli dalla polizia non hanno riportato contusioni gravi. Addosso ad alcuni dei 15 fermati per l’identificazione, la polizia ha trovato dei sampietrini.

Tensione anche a Roma. Diverse decine di manifestanti hanno tentato di forzare un blocco degli agenti ma sono stati respinti con una carica di alleggerimento. I tafferugli, avvenuti davanti Porta Portese, sono durati solo alcuni minuti. “Trascinati per terra, picchiati e minacciati con un manganello puntato alla gola”. Questo è quanto denunciano alcuni studenti riguardo ai tafferugli a Porta Portese. «Tre o quattro di noi – ha raccontato un liceale romano all’Ansa – sono stati bloccati e trascinati per terra dagli agenti. Qualcun altro ha ricevuto calci alla schiena o è stato fermato con un ginocchio poggiato sulla nuca. È una cosa assurda, non si può reagire così». Un minorenne è stato fermato durante i tafferugli tra gli studenti in corteo a Roma e le forze dell’ordine nella zona di Porta Portese. Il quindicenne, studente del liceo Virgilio, sarà ora portato in commissariato per l’identificazione e poi riaffidato ai suoi genitori o ad un maggiorenne. 

In piazza anche gli studenti del Fronte della Gioventù comunista.  Numerosi i cori e gli slogan contro il governo tecnico e dell’Unione Europea. Secondo gli studenti aderenti al Fgc, infatti, governo e Ue “impongono all’Italia una scuola di classe in cui va avanti chi se lo può permettere. Inoltre -continuano i giovani militanti comunisti- la condizione dell’edilizia scolastica italiana è pessima e il vincolo del pareggio di bilancio e la spending review non faranno che acuire questa situazione”. Il costo dei libri di testo e dei contributi d’iscrizione chiesti alle famiglie, ha dichiarato dalla piazza Alessandro Mustillo, segretario nazionale del Fgc “priva molti studenti del diritto all’istruzione con tassi di abbandono scolastico in aumento nel sud Italia e nelle periferie delle grandi città. Per la prima volta – conclude Mustillo – la nostra generazione scende in piazza contro questo Governo e contro l’Unione Europea, che assieme privano milioni di giovani del diritto all’istruzione, al lavoro e al futuro”. ‘La scuola non si tocca, la difenderemo con la lotta’. 

Anche a Napoli e a Livorno si sono vissuti momenti di tensione con lanci di uova e fumogeni contro le banche. A Livorno con gli studenti hanno sfilato anche alcuni comitati dei lavoratori precari e degli sfrattati.

A Palermo a conclusione della manifestazione, davanti la sede della presidenza della regione, tra l’applauso dei migliaia di studenti sono state bruciate un centinaio di tessere elettorali sotto lo striscione: “Nessuna fiducia nella casta”.

«La carica della polizia nei confronti dei giovani studenti è l’emblema di una deriva sbagliata e pericolosa per il Paese. È necessario colpire i violenti, ma oggi sembra esserci stato un eccesso di uso della forza nel corso di una manifestazione assolutamente pacifica ». Lo ha dichiarato il senatore dell’Italia dei Valori, Stefano Pedica, commentando gli scontri avvenuti tra i manifestanti e la polizia in diverse città durante il corteo degli studenti. «In un momento drammatico di crisi, questo modus operandi da parte delle forze dell’ordine accentua la percezione di disinteresse nei confronti delle Istituzioni. La politica si è fino ad ora dimostrata debole, incapace di ascoltare le istanze dei giovani e le inquietudini di chi non riesce a vedere alcun barlume positivo nel proprio futuro. I tagli alla scuola, l’aumento delle tasse, le strutture fatiscenti – conclude Pedica – hanno compromesso in alcuni casi anche il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione. Così non si può più andare avanti».

«La repressione di ogni forma di dissenso è ormai il tratto distintivo del governo Monti. Dai lavoratori dell’Alcoa, ai movimenti per il diritto alla casa, agli studenti, a tutti è stato riservato lo stesso trattamento a base di cariche e manganellate». E’ quanto dichiara Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà nel Consiglio regionale del Lazio.  «Siamo di fronte a un esecutivo che non accetta alcuna forma di confronto e che non è minimamente interessato alle ricadute sociali delle proprie scelte. Il governo Monti – aggiunge l’esponente di Sel – sta sospendendo ogni forma di democrazia. Chiediamo – conclude Nieri – che sia consentito
il libero svolgimento dei cortei studenteschi. Questa criminalizzazione del dissenso è inaccettabile. di fronte al crescere delle tensioni sociali servono il confronto e la partecipazione, non lo stato di polizia».

 

 

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