Carcere. Arrestato il cappellano di San Vittore, abusava dei detenuti

MILANO  – Ennesimo terremoto nel mondo ecclesiastico. Don Alberto Barin, cappellano del carcere milanese di San Vittore, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata e continuata e concussione.

Lo ha comunicato  direttamente il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati che in una nota ha spiegato che  «nel pomeriggio odierno, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il tribunale di Milano, ufficiali di polizia giudiziaria della IV sezione della Squadra Mobile e della Polizia Penitenziaria di Milano, hanno tratto in arresto don Alberto Barin, cappellano della Casa Circondariale di Milano, indagato per violenza sessuale in danno di sei detenuti e per concussione.

Secondo l’accusa gli abusi ai danni di sei detenuti si sarebbero consumati tra il 2008 e l’ottobre del 2012. Alcuni di questi episodi sono stati registrati, a partire da questa estate quando sono scattate le indagini, dagli inquirenti. Una delle vittime prese di mira dal cappellano dopo essersi rifiutato di sottostare alle sue avances non è stato più convocato nell’ufficio del prete e non ha quindi più ricevuto i benefici che invece venivano elargiti alle ad altri detenuti.

Secondo la ricostruzione dei pm Daniela Cento e Lucia Minutella, coordinate dal procuratore aggiunto Piero Forno, i detenuti concedevano favori sessuali perchè costretti da uno stato di bisogno misto al timore reverenziale dovuto al fatto che il cappellano rivestiva un ruolo molto importante all’interno del carcere, anche perchè era decisivo il suo parere per le scarcerazioni e per altri benefici. Sempre stando all’ipotesi dell’accusa, il cappellano metteva in atto una sorta di rituale: quando un detenuto veniva scarcerato per fine pena lo faceva passare dalla sua abitazione, adiacente al carcere, dove subiva atti sessuali per «sdebitarsi». In una circostanza, questo «rituale» sarebbe anche stato filmato grazie aduna videocamera messa dagli stessi inquirenti. La Procura sta effettuando approfondimenti per capire se il cappellano abbia abusato anche di altri detenuti, oltre ai sei già identificati. Nell’ordinanza di 36 pagine, firmata dal gip Enrico Manzi, sono contenute intercettazioni ambientali, sia nell’abitazione che nell’ufficio di Don Barin, che hanno consentito di risalire a cinque vittime, dopo la
prima denuncia di un detenuto extracomunitario già violentato da un compagno dietro le sbarre. Ora il prete è detenuto nel carcere di Bollate. 

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