In Campania studenti in piazza contro il Ddl Aprea

NAPOLI – Studenti campani in piazza per dire ‘no’ al Ddl Aprea.  Al corteo, partito da piazza Garibaldi, a Napoli, hanno preso parte centinaia di ragazzi chiamati a manifestare dall’Unione degli studenti e dal Collettivo degli universitari.

Presenti anche ragazzi di istituti di Caserta, Avellino e Benevento. Dalle voci degli studenti è salito alto alto il grido di protesta per dire ‘no’ al disegno di legge 953 (da poco approdato al Senato) che demolisce gli organi collegiali e la democrazia nelle scuole per favorire gli interessi dei finanziatori privati. Un disegno di legge che, qualora venisse approvato, andrebbe ad uccidere uno degli ultimi baluardi a difesa della democrazia: la cultura. Ad aprire il corteo, due striscioni. ‘Non ci avrete mai come volete voi’ e ‘Studenti liberi’: questi gli slogan in riferimento ai fatti seguiti alla manifestazione di Roma del 14 novembre. Una manifestazione pacifica che è nata dalla “rabbia” degli studenti a cui – come riferito dai promotori –  “sono stati tolti tutti gli spazi di discussione all’interno delle scuole. Spazi che – aggiungono – i ragazzi si stanno riprendendo con le molte occupazioni e autogestioni in numerosi istituti campani”. Nel casertano, precisamente a Piedimonte Matese, è invece andata in scena una protesta dalle modalità singolari. E sicuramente lodevoli. Gli studenti del liceo Galileo Galilei, scesi anche loro in piazza per protestare contro il Ddl Aprea, prima di dar vita al corteo, hanno pensato bene di svolgere le attività didattiche “en plein air”.

 La manifestazione – pacifica e composta – degli alunni rompe così quel muro di silenzio al di là del quale insiste il prato verde della speranza. La speranza da parte di tanti giovani di rivendicare il sacrosanto diritto allo studio salvaguardando in primo luogo l’accesso all’istruzione delle fasce economicamente più deboli della società. “Abbiamo deciso di scendere in piazza per rivendicare i nostri diritti – affermano i rappresentanti dell’istituto pedemontano, Gabriele Biasi, Amalia Zoccolillo e Antonio Rapa -. Questa nostra pacifica protesta nasce dall’esigenza di dar vita ad una controcultura capace di reagire ad un sistema che mira ad addormentare le menti e le idee”. Da Biasi – per restare in tema cultura – arriva poi un riferimento ad uno dei narratori più importanti del secondo Novecento. “Come diceva Italo Calvino – afferma il giovane studente -, chi vuole tagliare la cultura non ha più niente da dire”. A quest’ultime dichiarazioni fanno da eco quelle di Emanuele Rossi, uno dei promotori della manifestazione a Piedimonte. “La cultura in Italia – afferma Rossi – è sempre stata un’arma per difendere la libertà ed evitare il ritorno di una dittatura. Si pensi alla grande crescita culturale della nostra penisola negli anni cinquanta e sessanta. In questo periodo di crisi è impensabile potersi privare della cultura. Anzi, la cultura rappresenta forse l’unica arma per superare la crisi che colpisce maledettamente ancora molte famiglie. I tagli alla scuola pubblica vanno a colpire in maniera netta l’accesso alla studio da parte delle classi meno abbienti. Non lo consentiremo. La cultura non va tagliata. Va promossa”. In poche battute, Ferdinando Vincenti (altro promotore della manifestazione) sintetizza la convinzione di chi non arretrerà di un millimetro e continuerà a dire no ai tagli alla scuola pubblica in discussione al senato. “Potete privarci delle aule, dei banchi, ma non della cultura”. Il risveglio delle  coscienze deve necessariamente partire dalla sensibilità e dal grido di protesta delle giovani generazioni, le più adatte ad avvertire e poi trasmettere subito la bellezza del fresco profumo di libertà per combattere il cancro del compromesso morale, dell’indifferenza e della complicità con chi sta calpestando il diritto all’istruzione. Gli alunni del Galilei, così come quelli di tanti altri istituti campani , hanno tracciato il sentiero. Adesso basta soltanto seguirlo.

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