NAPOLI – ‘Sono io, non sparate’. Sarebbe stato questo il senso delle ultime frasi pronunciate da Antonio Leonardi prima di essere ammanettato dagli uomini della Squadra Mobile della questura di Napoli e dagli agenti del commissariato Vicaria.
Il blitz è scattato dopo che i poliziotti avevano circondato la casa in maniera tale da annullare ogni possibile via di fuga. La latitanza di uno dei ricercati italiani più pericolosi è terminata ieri sera. Era in compagnia della moglie. Le forze dell’ordine lo hanno arrestato in un’abitazione non molto distante dalla stazione ferroviaria di piazza Garibaldi dove aveva trascorso il Natale. Nei giorni precedenti, gli agenti di polizia avevano setacciato la zona poiché avevano capito che l’uomo non potesse trovarsi tanto distante dall’area nella quale si snodano gli affari dei clan. In guerra, da tempo, per il controllo del flusso di denaro proveniente dallo spaccio della droga.
Leonardi è considerato un boss di spessore dei “girati”, fazione contrapposta a quella degli “scissionisti”. Le accuse contro di lui sono gravissime. Ricercato dall’estate scorsa, è ritenuto tra i responsabili del traffico di droga nella zona compresa tra Secondigliano e Scampia. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Leonardi – un fedelissimo dello storico capo Paolo di Lauro – a riorganizzare la fazione dei “girati”. Tra i due clan è in corso una vera e propria guerra che sta lasciando a terra un elenco infinito di morti ammazzati. Una mattanza in piena regola che non risparmia nessuno. Neanche innocenti. Gente che non ha mai avuto nulla a che vedere con la camorra e rimasta vittima di agguati semplicemente per errore. Esattamente come accade nei più noti teatri di guerra dove si spara a raffica per conquistare terreno e avanzare. Fino alla conquista di un territorio. Qui il territorio da conquistare ad ogni costo e con ogni mezzo è quello della piazza. La piazza della droga. Dove i guadagni, che vanno oltre i confini tracciati della crisi, tendono sempre più all’infinito.