Immigrazione. A Bergamo rivolta dei profughi libici

BERGAMO  – Cresce la tensione da parte dei profughi libici arrivati lo scorso anno in provincia di Bergamo quando scoppiò la rivolta nel loro Paese, e per i quali non c’è ancora un futuro certo.

Quattordici di loro hanno protestato questa mattina occupando una strada provinciale e sono dovuti intervenire i carabinieri. Già nei giorni a ridosso di Natale 160 profughi ospiti della Comunità Ruah di Bergamo avevano chiesto di potersene andare, chiedendo del denaro per cominciare una nuova vita altrove. Soluzione difficile da attuare, visto che hanno uno status di persone accolte, ma non hanno mai ricevuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari e nemmeno l’asilo politico.

Ai libici la Caritas ha potuto offrire solo altri tre mesi di accoglienza. La proposta non era stata accettata ed era esplosa una protesta che aveva fatto intervenire polizia e carabinieri, e si era poi tradotta in un presidio di tre giorni alla Comunità Ruah. La protesta di stamattina è scoppiata invece in Val Seriana, tra i 14 profughi ospiti dell’hotel Roma di Gromo. Anche loro chiedonoda tempo una risoluzione del problema, ottenendo solo di essere spostati da un albergo all’altro: da luglio a oggi sono passati da Bianzano (dove avevano già inscenato una prima accesa protesta che aveva causato danni all’albergo e terrorizzato la titolare), a Lizzola e quindi a Gromo. Dove stamane alle 5,30 hanno bloccato la provinciale del’Alta Val Seriana con sedie e tavolini, interrompendo il primo traffico dei pendolari. Quando un automobilista ha cercato di superare il blocco glie l’hanno impedito danneggiandogli anche l’auto. C’è voluto l’intervento dei carabinieri per sbloccare la situazione, ma i profughi hanno continuato a manifestare ai bordi della strada.

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