Per l’Inps era morto. Dirigente Spi-Cgil costretto a dimostrare di essere vivo

ROMA – Per l’Inps era morto il 31 dicembre del 2012, come risulta dai dati pubblicati nel suo ‘cassetto previdenziale’ sul sito dell’ente e per ottenere la pensione ha dovuto dimostrare di essere vivo e vegeto.

E’ successo ad Antonio Salzano, dirigente dello Spi-Cgil della Campania.  “Per controllare lo stato della mia pensione che tardava ad arrivare – racconta Salzano – giorni fa sono andato con il mio Pin nel sito dell’Inps e ho scoperto la data del mio decesso. Ho ricontrollato incredulo più di una volta ma dopo l’esame dei dati anagrafici, di residenza e fiscali non ho avuto più dubbi. Per l’efficientissima Inps ero proprio morto”.
“Mi sono recato allo sportello dell’Inps di Salerno per chiedere chiarimenti – continua Salzano – e ho dovuto fare domanda di ripristino della pensione. Gli detto che ero vivo e che se volevano controllare mi potevano anche dare dei pizzicotti. Mi hanno consegnato una lettera che definiva l’importo dell’assegno ma, ahimè, è stata indirizzata ai miei eredi”.

A scanso di ulteriori equivoci sulla pagina Facebook dello Spi-Cgil nazionale è stata pubblicata la foto del sindacalista ‘risorto’ per dimostrarne l’esistenza in vita. E già fioccano ironie e scongiuri collettivi.

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