‘Ndrangheta. Confisca beni a imprenditore per 20 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – La Direzione Investigativa Antimafia (Dia) di Reggio Calabria ha dato esecuzione ad un decreto di confisca di beni emesso dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Ferdinando Fortunato Maria De Marte, 50enne di Rizziconi (RC), facoltoso imprenditore operante nel settore della produzione, raffinazione e commercio dell’olio d’oliva nella piana di Gioia Tauro nonché nel settore immobiliare.

L’imprenditore risulta essere stato uno dei soci della Devin – società che ha costruito il noto centro commerciale «Porto degli Ulivi» in Rizziconi (RC) – successivamente ceduto ad una società estera – e già oggetto di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolta, in particolare, la cosca «Crea» operante in quel territorio.

Dalla fine degli anni ’80 ad oggi, diverse indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Taurianova (RC), Gioia Tauro (RC) e Catanzaro e dai Carabinieri di Rizziconi (RC), hanno già evidenziato come alcune società del gruppo De Marte fossero soltanto delle «cartiere create ad hoc» al fine di emettere fatture per operazioni inesistenti e/o per ottenere indebiti contributi comunitari.

Risale al 2011 il provvedimento che ha disposto il sequestro preventivo l’ingente patrimonio del De Marte. Nel provvedimento di confisca eseguito oggi dalla Dia il collegio giudicante ha ritenuto, che «È proprio la ripetizione di questi comportamenti senza soluzione di continuità nell’arco di circa un ventennio a dimostrare quanto sia attuale la pericolosità sociale del De Marte, trattandosi di una modalità di agire talmente consolidata da far legittimamente che questa sia per il proposto l’unica, ma soprattutto ordinaria, modalità di esercizio dell’attività imprenditoriale…[]… stando così le cose, deve ritenersi che i beni acquisiti – tanto quelli personali quanto quelli aziendali – con le risorse generate dall’attività imprenditoriale inquinata, si configurano inequivocabilmente come frutto o reimpiego di attività illecita. La sproporzione rilevata già in sede di sequestro appare corroborare questa conclusione.»  È stata pertanto ribadita la sussistenza della c.d. abitualità a delinquere protrattasi per circa un ventennio in capo  all’imprenditore, fattispecie oggi contemplata dal nuovo Codice Antimafia.

Con il provvedimento adottato a carico del De Marte è stata disposta la confisca del patrimonio riconducibile al medesimo, stimato in circa 20 milioni di euro, tra cui figurano, in particolare: il patrimonio aziendale di sette società con sede in Rizziconi e Gioia Tauro (RC), di cui quattro operanti nel settore oleario e tre nel settore immobiliare ed edilizio; 25.000 mq di terreno, di cui circa 15.000 di natura edificabile, siti in Rizziconi (RC);un fabbricato sito a Rizziconi (RC); disponibilità finanziarie aziendali e personali ammontanti a quasi un milione di euro.  Il Tribunale Sez. Mis. ha sottoposto per De Marte la misura della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di tre anni con obbligo di soggiorno nel comune di dimora.

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