Uccide il marito invalido e si suicida

SCHIO (VICENZA) – Sono sgomenti gli abitanti della cittadina vicentina dopo la notizia dell’omicidio e del suicidio dei due coniugi molto conosciuti in città.

Lei ginecologa molto apprezzata lavorava nell’ospedale di Schio, lui ingegnere, era costretto su una carrozzella da un ictus.
Isabella Ferraro, medico nel Consultorio familiare dell’ospedale scledense, vicina alla pensione, torna a casa per il pranzo. In casa c’è il marito, Giulio Pietro Canova, ingegnere, ex direttore della Casa di riposo di Schio, ora invalido a causa dell’ictus. L’uomo nonostante le cure, non riconosce più le persone. Nella casa di Schio, in via Aspromonte, torna solo nei weekend. Secondo la ricostruzione dei militari dell’arma, la dottoressa Ferraro prende la propria pistola calibro 6.35, pone la canna al torace del marito e spara, a bruciapelo. La morte è immediata. Poi si reca all’ospedale dove lavora, sale al settimo piano e si getta dalla stessa terrazza dove l’ anno scorso si era gettata una madre di due figli, con disturbi psichici.

Gli inquirenti stanno vagliando un possibile legame tra i due suicidi, ma non risulta nulla, la ragazza non era paziente della ginecologa morta suicida. Probabilmente il linguaggio del suicidio utilizzato dalla Ferraro è un altro.
Tutti i colleghi, dai quali era molto stimata, erano al corrente del fatto che la dottoressa, aveva problemi familiari.  Per alcuni era depressa, per altri sotto stress.
I due coniugi avevano anche fatto un percorso politico nella ‘Lista Civica Per Schiò’. Poi, dopo la malattia del marito, si erano allontanati dalla politica.
Solo dopo il suicidio della donna ci si è resi conto dell’omicidio del marito: i carabinieri,  che erano andati a casa per avvertire la famiglia, hanno trovato il marito ucciso.
Accanto al corpo del marito vi era una lettera della ginecologa, ora in mano agli investigatori, dove ella spiega il proprio gesto estremo. Nella lettera sta scritto tutto, anche le disposizioni per i funerali propri e del congiunto.

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