MILANO – Trecentomila euro per riavere la salma di Mike Bongiorno. Era questa la somma richiesta dai rapitori al figlio Niccolò, ma l’accordo è saltato all’ultimo momento. Lo rivela il settimanale ‘Oggì in edicola, che in un articolo a firma di Giangavino Sulas spiega come le indicazioni dei malviventi siano state fatte arrivare alla famiglia del presentatore attraverso una serie di annunci in codice pubblicati su un quotidiano svizzero. Rocambolesche le modalità di consegna: il denaro, infatti, avrebbe dovuto essere gettato da un treno in corsa venerdì 18 febbraio da un incaricato della famiglia Bongiorno. Pochi secondi prima del lancio, però, l’intermediario è stato chiamato dalla banda: «L’accordo è saltato, non se ne fa niente». La trattativa è da rifare, ma il prezzo del riscatto sarebbe aumentato fino al doppio della cifra. La famiglia ha però smentito la notizia: «Nessuna richiesta di riscatto e nessuna trattativa in corso».
Anche i carabinieri che conducono le indagini smentiscono. «Sono senza fondamento le notizie apparse oggi su alcuni organi di informazione sulla richiesta di riscatto per la bara di Mike Bongiorno», afferma il capitano dei carabinieri Vittorio Balbo, le notizie su una richiesta di 300mila euro per il riscatto della bara del noto presentatore. «Oltretutto – dice il capitano – questo nuovo clamore rischia di complicare il nostro lavoro». Gli inquirenti fanno sapere che sono molte le segnalazioni che arrivano ogni giorno ma che si rivelano dopo poche ore assolutamente infondate.