Sanità. 4 medici indagati per la morte dello scrittore Bevilacqua

ROMA – Quattro medici sono finiti sotto indagine per la morte  dello scrittore e regista Alberto Bevilacqua, deceduto a Roma nella notte tra domenica 8 de lunedì 9 settembre, in una clinica privata della Capitale.

L’inchiesta era partita quando alla compagna di Bevilacqua, Michela Macaluso,  era stato proibito l’accesso alla terapia intensiva. La donna aveva così fatto ricorso al tribunale civile, chiedendo la nomina di un tutore e denunciando i medici di Villa Mafalda per una terapia a suo avviso inappropriata.
Gli indagati facevano tutti parte dell’equipe dedicata alla terapia intensiva della clinica privata  nel quartiere Parioli a Roma, dove Bevilacqua era stato ricoverato dall’autunno 2012. L’ipotesi di reato iniziale  di lezioni colpose è stata trasformata in omicidio colposo dopo il decesso dell’illustre paziente per arresto cardiocircolatorio. I difensori dei quattro saranno avvisati in giornata per poter effettuare poi l’esame autoptico, che è quindi slittato di alcune ore. Secondo i magistrati in giornata sarà comunque eseguita l’autopsia sul corpo dello scrittore. Nel frattempo la Casa di Cura Villa Mafalda, dove è morto lo scrittore, “ribadisce la correttezza dell’operato dei propri Sanitari, già evidenziata chiaramente dalla perizia disposta dall’autorità giudiziaria che ha riconosciuto l’ineccepibilità della cure prestate”. Nella nota la Casa di Cura “si riserva di tutelare i propri interessi in sede giudiziaria a seguito delle gravi e numerose inesattezze riportate in questi giorni dai media”.

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