Papa, punire i deboli è facile, mentre i pesci grandi nuotano

CITTA’ DEL VATICANO – «Anche il Signore è carcerato dai nostri egoismi e sistemi, dalle tante ingiustizie che sono facili per punire i più deboli mentre i pesci grandi nuotano». 

Sono parole di Papa Francesco ai cappellani delle carceri italiane, che ha incontrato questa mattina nell’Aula Nervi prima di spostarsi in piazza San Pietro per l’Udienza Generale.

“Cari fratelli – ha esordito Francesco rivolto ai sacerdoti impegnati nella pastorale carceraria, guidati dal loro capo don Virgilio Balducchi, già cappellano per 20 anni del carcere di Bergamo – vi ringrazio, e vorrei approfittare di questo incontro con voi, che lavorate nelle carceri di tutta Italia, per far arrivare un saluto a tutti i detenuti”.

I cappellani hanno donato a Papa Francesco una borsa da viaggio confezionata per lui dalle detenute del carcere femminile di Rebibbia. A consegnarla è stato don Virgilio Balducchi, il cappellano capo, che a nome dei 150 sacerdoti che prestano servizio nelle carceri italiane ha chiesto al Papa: l’istituzione di un ‘luogo permanente’ per i detenuti e problemi delle carceri, all’interno di un dicastero vaticano, “magari – ha suggerito – ‘Giustizia e pace’; una “celebrazione di riconciliazione qui in Vaticano, con lei”, da fare l’anno prossimo, incentrata sul tema delle carceri; infine che il Papa sostenga “anche davanti ai politici dell’Italia che anche in Italia c’è bisogno di una giustizia maggiormente riconciliativa, e che sarebbe l’ora di applicarla”.

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