Napolitano: un clima avvelenato. Bergoglio, ritrovare la concordia

ROMA – Senza troppe guardie intorno, e senza aver scosso minimamente il traffico della capitale, stamattina papa Francesco esce dalle porte vaticane per andare verso quelle del Quirinale. È uscito semplicemente con la sua Ford Focus, seguita solamente da tre auto di scorta, per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

I termini dell’incontro sono stati ben chiari: dopo le affabili strette di mano, il Papa e Napolitano hanno parlato dei problemi che persistono nel nostro Paese, come il dramma degli immigrati che rischiano in senso reale la loro vita vicino le nostre coste. Inoltre si è discusso di questa dannata crisi che colpisce, in particolar modo, i giovani. Di fronte a questa carenza economica “che fatica ad essere superata” e che “tra gli effetti più dolorosi” ha “l’insufficiente disponibilità di lavoro” come riportato dall’Ansa, il Papa afferma che “è necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere e irrobustire ogni segno di ripresa”. Inoltre, il Santo Padre, ha detto che l’Italia “attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali sappia nuovamente trovare la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona, e ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia”. Le due guide politico-religiose hanno avuto un colloquio faccia a faccia nello “studio alla vetrata”, nonché studio privato del presidente, e in più si sono riuniti, nel Salone delle Feste, agli intellettuali laici e cattolici che lo stesso Napolitano aveva invitato. Durante questo consiglio (in cui erano presenti anche associazioni di malattie terminali, dei senza tetto e degli orfani), vi sono stati due discorsi ufficiali nel quale il presidente della Repubblica si è soffermato specialmente sui rapporti Stato e Chiesa richiamando le parole del pontefice sulla immancabilità di un incontro anche con “i più lontani e gli avversari”. In seguito, tralasciando le difficoltà politico-economiche del nostro Paese, il Quirinale apre a papa Francesco le porte della Cappella dell’Annunziata per sostenere alcuni minuti di raccoglimento.

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